Confalonieri la definisce una “vendetta politica” del governo. Ma, forse, la realtà è un’altra: Mediaset, con tutte le sue reti, sta registrando dei cali d’ascolti significativi, un timido indebolimento sul mercato borsistico che fa riflettere, dovuto probabilmente non soltanto alle misure di ridimensionamento annunciate dal ddl Gentiloni. Negli ultimi tre anni la tv generalista in generale, e Mediaset in particolare, hanno visto i propri dati Auditel calare, con speculare crescita di Sky, che, nel 2006, ha raggiunto la sua quota record di penetrazione, toccando il 6,6% dello share quotidiano complessivo, equivalente a circa 4 milioni di decoder sparsi per le case, i bar ed i locali d’Italia. Ad oggi, il volume complessivo dei ricavi dei due colossi di proprietà dei magnati Murdoch e Berlusconi è quasi in parità (33% del mercato televisivo di Mediaset contro il 30% di Sky) e il progressivo passaggio al digitale e la proliferazione delle tv on demand, non costituiranno probabilmente un toccasana per l’azienda di Cologno Monzese. Il mercato si sta rinnovando, e con esso, anche le abitudini mediali degli italiani, i loro gusti e le loro richieste di fruizione: è ora che Mediaset (ma anche la Rai) se ne accorga e ricorra a contromosse adeguate, per non essere risucchiata in una spirale negativa che, pur nel lungo periodo, potrebbe avere difficili possibilità d’uscita. (L.B. per NL)