Non è diritto di cronaca diffondere senza autorizzazione filmati di "Grande Fratello" su Internet. Lo sostiene Mediaset facendosi forte di un provvedimento (d’urgenza) del Tribunale di Milano da essa adito (attraverso la controllata RTI) contro RCS. Ovviamente, prima di cantar vittoria definitiva, il Biscione dovrà attendere la decisione dell’eventuale merito, ma, dopo la nota vicenda Youtube, quel che è chiaro è che Mediaset incalza nella guerra al web, evidentemente preoccupata di un settore che (a differenza di quello televisivo) non può controllare. Profonda preoccupazione che si aggiunge a quella, pure insidiosa e molto più attuale, della tv satellitare, dove il Biscione guarda con sempre più apprensione a Murdoch.
Questo il testo del comunicato stampa di Cologno sulla vicenda.
Stop ai filmati di Grande Fratello diffusi su Internet senza l’autorizzazione di Mediaset.
Lo ha stabilito il Tribunale di Milano, con ordinanza del 2 marzo 2009, a seguito di un procedimento di urgenza (ex art. 700) promosso da Rti contro Rcs.
Lo ha stabilito il Tribunale di Milano, con ordinanza del 2 marzo 2009, a seguito di un procedimento di urgenza (ex art. 700) promosso da Rti contro Rcs.
Il Tribunale ha infatti ordinato a Rcs di interrompere immediatamente la diffusione su propri siti web di filmati dell’edizione in corso del reality show di Canale 5. La decisione accoglie le richieste di Mediaset che lamentava la lesione dei propri diritti esclusivi sulla trasmissione e respinge invece le tesi di Rcs che si appellava al diritto di cronaca.
Il giudizio di urgenza promosso contro Rcs si inquadra nella più ampia strategia del gruppo Mediaset avviata la scorsa estate con l’azione di risarcimento danni contro YouTube e tesa a difendere il diritto di disporre in piena esclusiva di propri contenuti televisivi.
Mediaset, dopo questo importante provvedimento, conferma l’intenzione di proseguire la sua azione a tutela del diritto di autore e per l’affermazione di principi di legalità nel mondo dei contenuti web. Ogni utilizzo illegittimo di proprio materiale sulla rete sarà quindi costantemente perseguito.