Mercoledì 25 luglio 2012 alle ore 11.00 presso la sede Slc Cgil in via Ofanto 18 (via Po) si terrà la conferenza stampa dei sindacati di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil per illustrare le prossime iniziative atte a contrastare la cessione delle sedi regionali di Videotime di proprietà Mediaset.
“Mediaset presenta dati economici negativi – annunciano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil – forte contrazione, nel 2011, dei ricavi (-6% ), del MOL (-12%) e dell’utile che si è attestato intorno ai 170 milioni di euro. Il 2012 ha segnato un ulteriore peggioramento dei conti: alla fine del 1° trimestre 2012 si è riscontrato un azzeramento dell’utile con una ulteriore contrazione dei ricavi sia sul versante della TV generalista che sul fronte della PAY-TV anche grazie ad un costante calo degli introiti pubblicitari. La situazione ha potato Mediaset ad un primo piano di efficientamento con una riduzione della spesa di 250 milioni di euro nell’arco dei tre anni cui si sono aggiunti tagli per ulteriori 150 milioni di euro. La cessione delle 10 sedi regionali di Videotime risente quindi della crisi, anche se dai dati evidenziano problemi di organizzazione del lavoro principalmente imputabili all’azienda stessa, soprattutto per il ricorso agli appalti esterni e a una mancata sinergia con l’attività dei giornalisti "– così una nota congiunta di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. “Mentre Mediaset non presenta né un piano editoriale né un piano industriale, contestualmente non accetta di affrontare i nodi della crisi, prevedendo il miglior utilizzo delle risorse interne, una maggiore produttività ed un utilizzo più flessibile del lavoro con una attenzione anche al contenimento dei costi, compreso quello del lavoro, mantenendo però intatto il perimetro aziendale e salvaguardandone i livelli occupazionali. A fronte dell’indisponibilità dell’azienda, sono state pertanto proclamate 8 ore di sciopero di cui 4 a livello nazionale da svolgersi nella giornata di Venerdì 20 Luglio alla fine di ogni turno e le altre 4 ore a nei giorni successivi a livello territoriale” annunciano i sindacati. “Contestiamo l’impostazione aziendale anche perchè temiamo che questa operazione sia l’inizio di un processo di rivisitazione e riduzione del perimetro aziendale con il conseguente abbandono del presidio del territorio” conclude la nota.