Per far fronte ad una situazione non propriamente rosea, sul piano economico (raccolta pubblicitaria in calo), legislativo (legge Gentiloni sul riordino radiotelevisivo) e dei contenuti (calo degli ascolti), a Cologno Monzese stanno disponendo una serie di strategie per risollevare le sorti della propria azienda. Negli ultimi tre anni lo share medio delle reti Mediaset è calato del 3,6%, un’infinità, pur considerando il calo generalizzato dei canali della tv generalista (la Rai ha perso l’1,3%, Sky ha guadagnato il 4,4%), cosa che ha provocato un indebolimento della raccolta pubblicitaria da parte di Pubblitalia. Come se non bastasse, ci si è messo anche il ddl Gentiloni a complicare la situazione per il Biscione, contribuendo ad animare una presa di coscienza, da parte dei suoi vertici, circa contromosse da prendere per non lasciarsi risucchiare in una spirale negativa. Il primo progetto riguarderebbe la creazione di un “pacchetto” di 8 canali tematici in digitale, sul modello-Sky, al prezzo di 8 euro mensili, un euro per ciascun canale. Questi dovrebbero essere dedicati, in particolar modo, al cinema, ai cartoni animati per bambini ed a tematiche dedicate specificamente al pubblico femminile. In questo modo si creerebbe un piccolo polo televisivo, molto competitivo (bisognerà verificarne l’effettiva qualità dei programmi per poter essere accostato ai canali di Sky) e dai prezzi concorrenziali, se non fosse che l’Antitrust avrebbe già posto il veto all’operazione, a meno che il gruppo di Cologno non instauri una partnership con enti stranieri: solo così l’operazione potrebbe andare in porto. Passando ai contenuti, i manager di Mediaset starebbero passando al vaglio alcune possibilità, ma, al momento, la più plausibile sembrerebbe quella dell’acquisto di Endemol, società produttrice di format (servirebbe davvero a risollevare l’audience dato che già ad oggi Mediaset è piena zeppa di format Endemol non proprio di successo e non proprio di qualità?), tra cui il “GF”, dati gli ottimi rapporti che intercorrono tra Piersilvio Berlusconi ed uno dei due fondatori della società (momentaneamente controllata per il 75% da Telefonica, la quale, però, potrebbe essere intenzionata a vendere), John de Mol. Ciò vorrebbe dire, per Mediaset, sbarcare su tutti i 22 mercati nei quali è presente Endemol, allargando così (forse troppo) il proprio bacino di diffusione. Ultima carta in mano a Confalonieri e soci resta quella della telefonia mobile, come ha annunciato Piersilvio: l’intenzione sarebbe quella di fornire un servizio virtuale, fornendo, cioè, voce a servizi di altre aziende del settore. Per ora è solo un’ipotesi, come le precedenti, d’altronde. Ma Mediaset ha bisogno vitale di trovare soluzioni per risollevare la propria situazione. Ultime indiscrezioni, che circolano negli ambienti del Biscione nelle ultime ore, parlano di un interessamento per il mercato televisivo cinese, in particolare di una possibilità di accordo tra Pubblitalia ed una tv con sede a Pechino, per una compravendita pubblicitaria (specie in vista delle Olimpiadi di Pechino 2008) e per l’ingresso nel capitale della tv. Resta da vedere, ora, dopo il crollo in borsa dei mercati asiatici, se ne possa valere ancora la pena. (Giuseppe Colucci per NL)