Media. Vivendi, Universal Media Group, LVMH: alleanze e scalate nel mondo dei mezzi di comunicazione francesi. I possibili target esteri

Vivendi Universal

Continuano le grandi manovre in casa Vivendi, dopo la vendita del 20% di Universal Music Group. Analizziamo quindi le ultime mosse tra i grandi gruppi francesi e alcune prospettive future.

Vivendi e Universal Music Group 

Come si ricorderà, tra le fine del 2020 e l’inizio del 2021 Vivendi ha ceduto in due round successivi il 20% delle proprie quote in Universal Music Group ad un consorzio guidato dalla cinese Tencent, conglomerato da 58 miliardi di dollari di fatturato proprietaria tra l’altro della piattaforma WeChat.

In barba a Trump

L’operazione è andata a buon fine nonostante la posizione contraria dell’allora presidente Trump, nonché dei recenti limiti imposti dal governo di Pechino all’espansione incontrollata del potere delle grandi piattaforme cinesi. 

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Alcuni brand di Tencent

Tencent di strategia

La mossa, che si inquadra nella strategia Tencent di diversificazione rispetto al business tradizionale (gaming, chat & payments) ha portato ulteriore cash nelle casse di Vivendi, già in ottima salute grazie agli eccellenti risultati 2020 di Canal+ (fatturato +27%) e del gruppo Universal. La quale ha ottenuto una robusta crescita grazie alla continua crescita dello streaming. 

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Vincent Bolloré

Quotazione in borsa 

In totale, la vendita a Tencent ha portato 6 miliardi di euro nei conti di Vivendi, ma non basta. Quest’ultima ha annunciato infatti l’intenzione di collocare sul mercato entro il 2021 il 60% del capitale della stessa Universal, per un valore stimato in 30 miliardi di euro. Non prima di aver distribuito un dividendo di 0,60 euro/azione ai propri azionisti. Tra i quali figura Vincent Bollore, patron di Vivendi. 

Mossa controversa 

C’è chi non vede positivamente queste operazioni. Innanzitutto Moody’s, che ha cambiato il suo outlook della società  da stabile a negativo, citando “un indebolimento del profilo di Vivendi dopo la cessione del proprio asset principale”. Ironicamente, questa valutazione ha causato un immediato rimbalzo alla borsa parigina del titolo stesso. 

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Una FOX News Francese? 

C’è poi la questione politica.
Oltre a Canal+, Vivendi possiede anche il canale
all news C-News, ottimamente posizionato alla LCN 16. Ebbene, il presidente Macron teme da tempo che Vincent Bolloré voglia trasformare il canale in una sorta di FOX News Francese, potenzialmente schierabile a fianco di Europa 1 a sostegno – se non all’amico Sarkozy, attualmente alle prese con vicende giudiziarie – di chiunque possa contrastare da destra l’attuale presidente. 

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Bernard Arnault 

A soccorso del presidente è sceso in campo il fondatore del gruppo del lusso LVMH, Bernard Arnault. Attenzione a non confondersi con i nomi: Bernard Arnault (cognome) e Arnaud (nome) Lagardère hanno infatti stretto un accordo a ottobre 2020 in base al quale il primo ha acquisito il 27% delle quote della holding personale del secondo per aiutarlo nel far fronte alla scalata di Bolloré.

Il tesoro di Lagardère

Cosa contiene di così prezioso il gruppo Lagardère?
Primo fra tutti, la ex radio periferique Europe 1, oggetto appunto del possibile piano di contrasto a Macron. 

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Arrnaud Lagardère e Bernard Arnault

Al cuore non si comanda 

Non tutti pensano che la mossa di Arnault sia stata veramente richiesta dall’Eliseo.
Fonti vicine al pensiero di Arnault
affermano infatti che ci sia una vera, solida amicizia tra Arnault e Lagardère e che l’investimento sia frutto solo del desiderio del primo di aiutare un amico. Resta il fatto che una prima offerta di 250 milioni di euro da parte di Vivendi per l’acquisto di Europe 1 e’ stata prontamente respinta. 

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Come mettere a frutto 38 miliardi di euro 

Che fare di tutto questo cash? BFM specula che innanzitutto Bolloré voglia utilizzarne una parte per avviare un’Offerta Pubblica di Acquisto su Vivendi senza intaccare le proprie finanze personali. 

Le possibili scelte

Per la parte restante si pensa a un consolidamento nelle società già partecipate. Il ventaglio delle possibili scelte é ampio:  

  • Lagardiere (Francia, con le sue radio Europe1, RFM e Virgin Radio) 
  • Prisa (Spagna, con Il quotidiano El Pais e le radio LOS40 e Cadena SER) 
  • Mediaset (Italia, con I suoi poli televisivi e radiofonici) 
  • Multichoiche (Africa, reti satellitari M-Net e reti DTT GOtv) 
  • M6 (Francia, canale DTT alla LCN 6 attualmente posseduto da RTL Group) 

I quesiti

Si tratterà di ottenere la maggioranza in uno di questi gruppi (take over) o dell’aumento delle proprie quote in più d’uno? Non ci sono attualmente indizi, ma tutto lascia pensare che la risposta non tarderà ad arrivare. (M.H.L. per NL)

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