Obiettivo dell’Unione europea è, da sempre, quello di creare uniformità tra i vari Paesi aderenti e ciò sta avvenendo anche nel settore audiovisivo. In particolare, a seguito di un accordo tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo, sembrerebbe essere arrivati a una definizione di nuove regole, uguali per tutti, in modo da consentire di superare il gap che il mondo online con il suo continuo e veloce mutare ha creato. Ciò che si vuole fare è, tra le altre cose, implementare la trasparenza e contrastare la disinformazione nel vasto mondo del web, affrontando quindi anche la delicata problematica delle fake news.
In un’intervista riportata sul quotidiano Italia Oggi a Roberto Viola, Direttore Generale DG Connect della Commissione UE, è stato affrontato questo delicato argomento. In particolare, Viola si è così espresso: “Abbiamo presentato un regolamento europeo sulle nuove regole che riguardano le interazioni tra le piattaforme e le imprese. Nuove regole sulla trasparenza, più certezza del diritto e la possibilità di potere comporre in maniera più agevole le controversie che dovessero sorgere”.
Prosegue poi esponendo un punto focale per coloro che operano nell’ambito dei media e del settore audiovisivo: “È anche stato raggiunto un accordo politico sulla sostanza delle nuove regole sull’audiovisivo in Europa, cosiddetta direttiva Avmsd [Audiovisual Media Services Directive, ndr]. Questa nuova direttiva, unica al mondo, tratta tutti gli autori dell’audiovisivo con le stesse regole. A situazioni uguali devono corrispondere regole uguali. Imporrà alle piattaforme di video-sharing obblighi di protezione dei cittadini da forme di incitamento all’odio, contenuti illegali e la protezione dei minori da contenuti nocivi. Anche le regole sulla pubblicità saranno le stesse, per tutti. Dopo l’accordo sulla direttiva Avmsd, speriamo adesso di progredire con l’esame e con l’accordo, sulla nuova direttiva sul diritto d’autore. Occorre distribuire equamente il valore generato dai contenuti protetti dal diritto d’autore online. Oggi, vi è un grave squilibrio a favore delle piattaforme (il problema del cosiddetto value gap). La Commissione, con la riforma del diritto d’autore, intende bilanciare questo rapporto”.
L’Unione europea vuole, quindi, approntare una tattica comune sia per quanto riguarda il mondo di media e audiovisivo, comprensivo anche degli OTT che, per il loro peso, spadroneggiano sempre più nel mercato; sia per disciplinare il diritto d’autore on line, proteggendo i contenuti di qualità diffusi sul web. Come ha dichiarato Viola, “la difesa del giornalismo professionistico e delle testate, insieme all’alfabetizzazione digitale è il cardine della strategia europea contro la diffusione delle fake news”.
Sebbene ancora da consolidarsi, l’accordo tra le istituzioni europee prevederebbe norme uguali tra tutti i soggetti operanti nel settore (media “tradizionali”, servizi on demand e piattaforme di video sharing).
Nel dettaglio, una novità che verrebbe introdotta consisterebbe dell’obbligo di proporre nella propria offerta una quota di almeno il 30% di contenuti europei (nelle precedenti proposte la quota era al 20%). Inoltre, verrebbe anche toccato il lato pubblicità, prevedendo – come riportato sul quotidiano contenente l’intervista al membro della Commissione europea – un limite del 20% complessivo del tempo tra le 6 e le 18. Per quanto riguarda le fake news la proposta potrebbe essere “la realizzazione di un codice di buone pratiche sul tema della disinformazione da parte delle piattaforme on line, il sostegno a una rete indipendente di verificatori di fatti e azioni di incentivo al giornalismo di qualità”.
Si tratta di passi importanti, che porterebbero ad un coordinamento della disciplina, sia per i Paesi Ue in quanto tali, sia per gli attori in scena. Ovviamente occorre che tale accordo politico trovi poi – sperabilmente a breve – conferma. (G.C. per NL)