Nella notte tra il 17 e il 18 aprile M6 (gruppo Bertelsmann RTL) ha confermato la fusione con TF1 (gruppo Bouygues), come si era ipotizzato nel nostro articolo di marzo 2021.
Le cifre dell’accordo
TF1 dovrebbe sborsare 640 milioni di euro per acquisire il 30% della nuova entità, mentre a RTL resterà comunque un 16% delle quote. Dichiaratamente anche per facilitare le negoziazioni con l’autorità garante della concorrenza.
Limiti
Occorre anche tenere presente che secondo le leggi francesi nessun azionista può detenere più del 49% delle quote di un’impresa del mondo media. Garantita la presenza in borsa della nuova entità.
Un giro d’affari di 3,5 miliardi di euro
Il giro d’affari stimato per il gruppo dopo la fusione sarà di 3,5 miliardi di euro (2,08 miliardi lato TF1, 1,27 miliardi lato M6: apparentemente “la totalità è più della somma delle parti”), quanto basta per essere un rivale credibile di Netflix. A titolo di paragone, il fatturato del gruppo Mediaset si attesta sui 2,6 miliardi di Euro.
La scelta dell’amministratore delegato
Notevole il fatto che il PDG (amministratore delegato) sarà quello della società’ di fatto acquistata, Nicolas de Tavernost di M6, mentre il capo di TF1 verrà riposizionato in altro ruolo all’interno del gruppo Bouygues.
Troppi canali sul digitale terrestre
Allo stato attuale, TF1 dispone di cinque canali sul digitale terrestre francese (TF1, TMC, LCI, TFX, TF1 Cinéma Séries), così come M6 (M6, W9, 6ter, Gulli et Paris Première).
10
Il totale e’ 10. Troppi per la legge francese, che prevede un massimo di sette reti per gruppo. Almeno tre reti dovranno dunque essere cedute.
La questione Antitrust
Non scontato l’accordo dell’antitrust, visto che il nuovo gigante avrà circa il 30% dell’audience televisivo e ben il 75% del mercato pubblicitario.
France Television
Ma, soprattutto, sorpasserà l’audience delle reti pubbliche di France Television. Cosa che lo stato potrebbe non gradire (anche se forse con Macron come presidente le voci stataliste non riusciranno ad avere la meglio).
Intanto, negli USA
Lato statunitense, la fusione tra Warner Media e Discovery ha creato un gigante da 130 miliardi di dollari (notare il paragone con le cifre appena viste relative agli operatori europei: siamo due ordini di grandezza sopra).
Scorpori e fusioni
Tecnicamente l’operazione è attuata tramite scorporo della Warner da AT&T, in modo che la società risultante dalla fusione non contenga elementi del business TELCO di AT&T.
Time Warner e i suoi brand
Questa fusione arriva solo tre anni dopo l’acquisizione di Time Warner per 95 miliardi di dollari. Operazione che aveva portato in casa AT&T brand strategici quali CNN, HBO e librerie di titoli importanti quali Harry Potter.
Target: Netflix x 2
Obiettivo conclamato: raggiungere rapidamente i 400 milioni di abbonati, circa il doppio di Netflix (la cui stima ad aprile 2021 e’ di 207 milioni di subscribers).
Amazon e MGM
Ultima nota del giorno: Amazon è in attive negoziazioni per l’acquisizione di MGM. In questo caso la cifra sul tavolo è di 9 miliardi di dollari, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: essere un’alternativa solida e credibile a Netflix. A cui non può che andare tutta la nostra simpatia (M.H.B. per NL)