Reuters Institute for the Study of Journalism: gli editori stanno recuperando il rapporto con gli OTT del web (piattaforme tecnologiche e social). Ma nel 2020 permarranno ancora diverse criticità, in particolare nel rapporto tra Radio ed aggregatori, con tendenza alle strategie di windowing, attraverso le quali i contenuti vengono rilasciati per primi sulle app delle emittenti. I nuovi annunciati servizi combinati di musica e news degli OTT dello streaming costituiranno un motivo di ulteriore attrito con le Radio.
“Journalism, Media, and Technology Trends and Predictions 2020”
Il Reuters Institute for the Study of Journalism ha pubblicato il report “Journalism, Media, and Technology Trends and Predictions 2020”, che contiene spunti molto interessanti sull’evoluzione dei mezzi di comunicazioni di massa in chiave 4.0.
Al centro dell’attenzione, ovviamente, il rapporto tra editoria (stampa, radio, tv) e OTT.
Sondaggio trasversale sulla visione editoriale 4.0 sui player di 32 paesi
Il rapporto del Reuters Institute for the Study of Journalism si basa sui risultati di un sondaggio concluso del dicembre 2019 attraverso 233 persone provenienti da 32 paesi, con posizioni senior (editoriali, commerciali o di prodotto) in case editrici tradizionali o native digitali (con ruoli ai vertici dei media digitali). Avvertenza: i risultati riflettono questo campione strategico di leader del settore selezionati, mentre non costituiscono un campione rappresentativo.
IA al servizio dell’editoria per informazioni profilate
“In questo contesto, l’intelligenza artificiale offre la possibilità di servizi di informazione più personali e pertinenti, nonché modi più efficienti di impacchettare e distribuire contenuti”, si legge nella relazione del Reuters Institute for the Study of Journalism.
“Ma anche le piattaforme OTT dovranno svolgere un ruolo, soprattutto nell’aiutare gli editori a raggiungere un pubblico nuovo e diversificato”.
Facebook ed editori: fiducia in ricostruzione
“A questo proposito, la crescita delle licenze dei contenuti tramite le funzioni Notizie di Facebook e Apple News + rappresentano uno sviluppo affascinante, nonostante il cinismo diffuso del settore. Per Facebook, in particolare, questa iniziativa sarà fondamentale per riconquistare la fiducia degli editori”.
Copyright e volontà politica nodi gordiani
“D’altra parte il risentimento degli editori è motivato da ciò che vedono come una concorrenza sleale dagli OTT – spiega il Reuters Institute for the Study of Journalism -. Con l’incombente regolamentazione (sul copyright, ndr), è probabile che gli editori puntino ad esercitare con decisione i propri diritti, anche se la maggior parte dei nostri intervistati è scettica sul fatto che i responsabili politici aiuteranno effettivamente”.
Visione proiettata sul lungo termine, non sulle ultime innovazioni
“Allo stesso tempo, lo stato d’animo prevalente emergente del sondaggio di quest’anno è quello della determinazione a non essere distratti dalle ultime innovazioni e, piuttosto, a concentrarsi sulla fornitura di valore a lungo termine per il pubblico. Non esiste una ricetta per il successo – e ci saranno molti editori che non ce la faranno – ma c’è oggi una maggiore fiducia che un buon giornalismo possa continuare a prosperare nell’era digitale”.
Radio ed aggregatori, rapporto complicato anche nel 2020
Relativamente alla Radio, secondo il Reuters Institute for the Study of Journalism, nel 2020 vedremo un’ulteriore tensione tra emittenti e piattaforme, con “boicottaggi di contenuti” e un maggiore utilizzo delle strategie di windowing in cui i contenuti vengono rilasciati per primi sulle app delle emittenti.
“Abbiamo piani ambiziosi per live, podcast e news clip. La scelta strategica medio tempore è relativa quanto fare e rilasciare su piattaforme esterne come Spotify e Google”, ha spiegato a Reuters Institute Olle Zachrison, Responsabile delle notizie della Radio svedese.
Nuovi servizi combinati di musica e news degli OTT dello streaming motivo di ulteriore attrito con le Radio
Il lancio internazionale del servizio di aggregazione di notizie audio di Google e Spotify Drive, che mescola playlist musicali con contenuti audio di notizie brevi (che di fatto costituiscono un surrogato radiofonico), potrebbe essere un altro punto critico. Le emittenti temono che la loro connessione diretta con il pubblico si perda in questi servizi aggregati. (E.G. per NL)