Parola d’ordine: differenziare i ricavi. Questo è quanto Jeff Zucker, Presidente della CNN, vuole fare: attraverso un piano quinquennale, ha intenzione di raggiungere ricavi dal digitale per 1 miliardo di dollari entro il 2022 (370 milioni sono attesi per quest’anno). Si tratta di un progetto ambizioso, ma è interessante guardare i passi che il vertice del network americano sta facendo in tale direzione.
La CNN ha investito nel mondo digitale attraverso portali di informazione dedicati a specifiche tematiche e con l’acquisto di Beme, una startup per i video online. Tuttavia, le entrate economiche che il network ha dal mondo digitale sono costituite solamente dalle inserzioni pubblicitarie prima dei video. Di conseguenza, per quanto complicato possa essere, è parso necessario monetizzare le news.
Come riporta il Wall Street Journal, la CNN, infatti, a partire dal secondo trimestre del 2018 ha intenzione di proporre un’offerta di abbonamenti alle proprie notizie on line. Si parla, da un lato, di pacchetti premium che privilegiano i contenuti dei portali verticali CNN Money e CNN Politics (quest’ultimo è – tra i siti specializzati – quello più visitato negli Stati Uniti, secondo quanto riportato dal WSJ); dall’altro lato, di un’offerta di contenuti aggiuntivi ma meno specializzati, presi dai vari canali. Il prezzo di tali servizi, però, non è ancora stato determinato.
Inoltre, il network americano sta creando newsroom con giornalisti “multipiattaforma” in grado di occuparsi delle notizie per la televisione, per l’on line o per entrambi.
In linea con la necessità di incrementare le entrate e di differenziare l’offerta, Zucker ha così dichiarato: “Dobbiamo trovare nuovi prodotti in abbonamento. Dobbiamo sperimentare con l’e-commerce e trovare il modo di monetizzare il traffico mobile”.
Tra le novità in casa CNN c’è, infatti, CNN Underscored: una guida per lo shopping on line lanciata lo scorso 2/11/2017. Questo brand – indipendente dal ramo news – si occupa di suggerire i migliori prodotti e servizi in tema di stile, tecnologia, salute e viaggi, ottenendo un ritorno economico a fronte di ogni acquisto.
Parlando di ricavi on line è interessante osservare quanto sta registrando a tal proposito Pandora, la piattaforma on line di musica che trova brani simili a quelli segnalati dall’utente. Si tratta di un servizio disponibile solo negli Stati Uniti che riesce ad ottenere interessanti ricavi dagli store di Apple e Android. Secondo quanto riporta il quotidiano Italia Oggi, gli abbonamenti a Pandora effettuati tramite App store e Google Play nel terzo trimestre del 2017 hanno fatto guadagnare alla società 80 milioni di dollari, superando – in questa voce – anche il colosso Netflix, che rimane però l’applicazione più redditizia grazie soprattutto alla diffusione globale.
Quindi, on line o si nasce – come Pandora – o si diventa, come CNN: ciò che conta è essere in rete, possibilmente trovando il modo di guadagnarci e sembrerebbe che il network americano abbia trovato il modo di riuscirci. (G.C. per NL)