Media. Rapporto Demos-Coop, era disincanto digitale: in crisi fiducia verso informazione web

“Disincanto digitale”, così Ilvo Diamanti ha definito il fenomeno che attiene alla possibile flessione di fiducia verso l’informazione sul web: nella nona edizione del report “Gli italiani e l’informazione” dell’Osservatorio Demos-Coop, rilevano sicuramente dati molto interessanti per conoscere ulteriormente il pensiero degli italiani, proprio perché le fonti d’informazione contribuiscono in maniera rilevante a plasmare l’opinione pubblica sugli eventi che puntualmente si verificano a livello mondiale.

Sembra proprio che Internet, per la prima volta, venga guardato con lieve sospetto dagli stessi fruitori abituali della rete, ed è sicuramente il dato che più sorprende. Anche quest’anno continua a regnare incontrastata la televisione, che si conferma il canale di informazione più gettonato: è consultata, quotidianamente, dall’82% dei soggetti intervistati. Il 49% sostiene di prediligere l’informazione via Internet, il 38% mediante la radio e solo un 26% si direziona verso i quotidiani. Le variazioni percentuali rispetto al 2014 non sono significative, si tratta di 1/2 punti. Per rinvenire differenze notevoli è necessario fare un ulteriore salto temporale di almeno 7 anni fa: rispetto a quel periodo infatti, la TV subisce un calo di circa 5 punti, come, del resto, i giornali quotidiani (-4), mentre il ricorso alla radio diminuisce lievemente. L’unico mezzo che ha incrementato la propria diffusione sociale, a livello informativo, è stato Internet: nel 2007 era utilizzato quotidianamente dal 25% degli italiani, mentre attualmente quasi il doppio. A conti fatti la distanza rispetto alla TV, dal 2007, risulta dimezzata: da 60 a 30 punti. C’è da dire, tuttavia, che negli ultimi due anni il sistema informativo sembra essersi consolidato, fra i cittadini, soprattutto perché l’informazione è diventato un sistema a dir poco eterogeneo: l’accesso ai metodi più avanzati non esclude i media tradizionali, ma anzi li include, in una commistione contaminata che in pochi avevano previsto, anni or sono. Solo una minima parte di italiani utilizza il web come fonte informativa esclusiva (4/5%), mentre il 40% degli italiani alternano internet con gli altri media. Due su tre utilizzano la rete per la lettura dei quotidiani (alla faccia della carta stampata). E tutti, o quasi, continuano a guardare la cara vecchia televisione, che continua ad essere consultata da 8 italiani su 10, quasi sempre in combinazione con altri media, anche se per il 22% si tratta dell’unico canale informativo. Per quanto riguarda la fiducia riscontrata nei telegiornali, i più apprezzati restano i Tg Rai, in particolare il Tg3, mentre, fra i Tg del Biscione, solo Tg5 mantiene un’apprezzabile livello di fiducia. Ottimi riscontri, soprattutto negli ultimi anni, per le reti all-news, come Rai-News 24 e Sky Tg24 che, rispetto al 2009, vedono salire registrano un aumento di fiducia di ben 10 punti. La vera novità di questo calderone dell’informazione è sicuramente quella del disincanto verso Internet: resta ancora il canale dove l’informazione risulta più libera e indipendente (36%), ma questa convinzione riscontra un calo significativo (4 punti in meno solo nel 2015). Sembra proprio che la fiducia nella rete stia andando in crisi: oggi è ancora sostenuta dal 37% degli italiani (3 punti meno di un anno fa, oltre 10 rispetto al 2013). Gli italiani continuano certamente a navigare sul web, sempre più numerosi, per sempre più tempo, ma con un’insicurezza che non accenna a diminuire, anzi. (S.F. per NL)

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