Il 2019 non è stato un anno da ricordare per gli investimenti pubblicitari, che hanno mostrato una flessione del 5,1%. E la comparsa nel 2020 del “cigno nero” (così si definisce un evento imprevisto negativo) Coronavirus non permette di fare previsioni sull’andamento futuro della pubblicità.
Alberto Dal Sasso, ais managing director di Nielsen, commenta così l’anno passato: “Il 2019, anno dell’incertezza, passato dall’exploit leghista delle elezioni europee alla Milano Olimpica, transitando per due governi di opposta ideologia e conclusosi con il fenomeno Sardine, si è chiuso pubblicitariamente con un dicembre in frenata anche di più rispetto alle previsioni ed alle aspettative”.
Male tv tradizionale, quotidiani e periodici
La tv ha visto nel periodo di dicembre un calo del 7,8% un calo del 5,3% nell’intero 2019, registrando una flessione pari al 5,3% nell’intero 2019. Nel dettaglio, si è passati da una raccolta di 3.796.727 euro del 2018 a 3.594.591 euro del 2019.
Anche i quotidiani patiscono la stessa sorte, mostrando una perdita del 14,2% a dicembre, portando l’intero 2019 a -10%. E i periodici non sono da meno, con un calo per l’anno passato del 13,9%.
Viaggiano bene la Radio e la Go Tv
Sulla perfomance positiva della Radio abbiamo già dedicato apposito spazio, mentre per la Go Tv (ovvero la televisione presente nelle metropolitane, nelle stazioni, negli aeroporti e fruita da coloro che sono in viaggio) si registra una chiusura del 2019 con un aumento del 4,5%. Il motivo di questo risultato positivo è indubbiamente la capacità del medium di raggiungere facilmente grandi gruppi di persone.
Angelo Sajeva, il presidente di Fcp-Assogotv, si è così espresso: “La Go Tv si è ormai affermata nella fase strategica di scelta dei media […]: ottimizza le coperture televisive a condizioni di efficienza, è preziosa per i target attivi nel day time, può essere pianificata da sola o in sinergi con la tv e gli altri media, rinforza campagne areali e supporta la call to action dei brand nel momento della loro massima stagionalità”.
Web e Cinema
Anche web e cinema hanno segnato risultati positivi: il primo segnando un incremento dell’8,3%, il secondo registrando +13,8%. Per quanto riguarda il cinema occorre però notare come vi sarà un calo sensibile a causa della sospensione della programmazione fino all’8 marzo nelle regioni italiane più colpite dal virus (e il ritorno in sala delle persone non sarà così scontato).
Singoli settori merceologici
Per quanto riguarda i settori merceologici presentano in generale un andamento negativo, in particolare per l’abbigliamento (-10,2), abitazione (-9,8), e automobili (-6,8).
Diversamente si osserva una crescita dei settori telecomunicazioni (+14%), finanza (+20%) e industria/edilizia/attività (+40,8%).
Prospettive per il 2020
Alberto Dal Sasso di Nielsen ipotizza, per quanto riguarda il 2020, “migliori prospettive, se non altro per essere l’anno delle Olimpiadi e degli Europei. Si tratta comunque di un anno partito con il <cigno nero> del coronavirus dalla fortissima imprevedibilità per l’economia e quindi anche per il mercato della comunicazione mondiale e italiana.” Quasi scontato quindi che il virus vanifichi ogni possibile miglioramento per il 2020, anche considerando che Olimpiadi ed Europei potrebbero essere a rischio, assieme a gran parte dell’offerta sportiva. (A.N. per NL)