In una recente intervista rilasciata a Casey Newton (fondatore della newsletter Platformer), il numero uno di Facebook ha parlato dei nuovi prodotti audio su cui ha investito, tra cui Soundbites, Live Audio Rooms e la nuova funzione per i podcast e della centralità dei piccoli creator per il futuro dell’app. Sviluppi che fanno sorgere degli interrogativi sui futuri rapporti con Spotify.
Le interazioni che piacciono
L’intervista è stata registrata a distanza su Discord, una delle prime piattaforme di interazione audio. Zuckerberg ha subito mostrato apprezzamento per il servizio. Non a caso, viene da pensare, visti i recenti sviluppi di Facebook.
Multitasking
Rispondendo a una domanda di Newton, Zuckerberg ha affermato che i grandi investimenti in campo audio che le compagnie tecnologiche stanno portando avanti sono dovuti al grande potenziale di questo mezzo. La grande accessibilità e il fatto che non richieda attenzione visiva, infatti, aumentano le occasioni di fruizione.
Creator-friendly
Anche dal punto di vista del creatore, ha aggiunto Zuckerberg, è più accessibile. Una produzione audio richiede un set up ridotto rispetto alla realizzazione di un contenuto video e nel contempo non si è costretti a guardare un monitor durante la registrazione.
Una grande interazione
Un punto chiave dell’audio è la possibilità di interagire con i principali tipi di formati della comunicazione. Testi, immagini e video si possono intersecare con l’audio e far nascere così un prodotto interessante.
First-class media
Durante l’intervista, Zuckerberg ha ripetuto più volte che l’intento di Facebook è quello di portare l’audio al livello di first-class media. Quello che prima era un aspetto secondario dei contenuti del social, arriverà ad avere pari importanza degli altri formati disponibili per la pubblicazione.
Soundbites
Proprio a tal proposito, tra i nuovi prodotti verrà lanciato Soundbites che sarà in sostanza una versione solo audio di Reels. Si potranno dunque condividere piccole pillole audio sul proprio feed come con i Reels. Una funzione permetterà inoltre di collegare alcune di queste pillole e creare un’esperienza di ascolto più strutturata, fruibile anche in background.
I podcast
Il CEO di Facebook ha affermato di voler creare un nuovo prodotto per i podcast, direttamente sull’app. L’obiettivo è quello di andare incontro agli utenti, rendendo possibile scoprire e ascoltare i contenuti direttamente dal feed, anche in background. Allo stesso tempo i podcaster potranno usufruire di uno strumento per creare i propri show.
Audio studio
In arrivo, per chi crea, una suite audio con cui migliorare i propri prodotti. Dagli effetti per la voce, alla funzione speech to text, fino all’upsampling per aiutare chi non possiede strumenti professionali. Unico dubbio: una rimozione automatica dei volumi di fondo. In sostanza un gate automatico, che però potrebbe creare più problemi di quanti ne risolva, andando a tagliare anche la voce dello speaker.
Incerto il rapporto con Spotify
Zuckerberg ha confermato la lunga partnership con Spotify di cui si dice soddisfatto. Ma ha anche aggiunto che questo nuovo prodotto è pensato esclusivamente per l’app di Facebook. È chiaro che uno dei punti cardine della mossa dei californiani è mantenere il più possibile gli utenti all’interno del loro servizio.
Meccanismi poco chiari
Si potrebbe pensare ad una rottura in vista. Tuttavia, Zuckerberg ha aggiunto che la nuova funzione del player per l’app è stata sviluppata proprio insieme agli svedesi. Il progetto a cui hanno lavorato insieme, chiamato Project Boombox, sembra dunque confermare la collaborazione tra i due colossi. In realtà alimenta ancora di più i dubbi. È spontaneo chiedersi come mai Spotify collabori allo sviluppo di una funzione che sulla carta sembra portare via utenti dalla sua piattaforma, per regalarli a Facebook.
Qualcosa ci sfugge
Zuckerberg è stato poco chiaro su questo punto e Newton non ha indagato ulteriormente, ma è certo che ci sia dell’altro. Probabilmente la risposta è nascosta negli accordi tra Facebook e Spotify. Si potrebbe ipotizzare che il social lasci la gestione dei player agli svedesi, vista la loro esperienza nel settore. I prossimi mesi e i dati di ascolto delle due app ci daranno la risposta.
Live Audio Rooms
Si è parlato anche di Live Audio Rooms che partirà prima come funzione per i gruppi e si spera sarà poi estesa anche ai profili pubblici.
Spazio ai creator indipendenti
Dall’intervista e dalle funzioni in arrivo si intuisce che la visione di Facebook è incentrata sui creator. Non tutti i tipi di creator, però. Le features dello studio di produzione dell’app non lasciano scanso ad equivoci: il target è quello di chi si approccia al podcast da neofita o chi già è un professionista, ma slegato da grandi gruppi.
Uno sguardo al futuro
Nella visione del futuro di Zuckerberg, i social devono diventare il mezzo attraverso cui tutti possano esprimere la propria creatività. Meglio ancora se da questa possibilità di esprimersi, chi è davvero talentuoso, possa fare di una passione una fonte di guadagno.
Piccoli creator contro grandi gruppi
L’intento (almeno quello dichiarato) è dunque quello di mettere in atto uno spostamento di potere “dalle istituzioni tradizionali agli individui che esercitano la propria creatività”, afferma il fondatore del social.
Portabilità e indipendenza per creator e utenti
Zuckerberg ha anche lanciato un messaggio chiaro ad Apple. Durante l’intervista ha specificato che tutte le funzioni che Facebook implementerà saranno gratuite e sempre legate all’app, in modo da garantire la portabilità e l’indipendenza da terzi. Affondo lanciato alle policy sui profitti applicate da App Store e Play Store.
Partnership con Spotify verso il tramonto?
Gli intenti da uomo del popolo di Zuckerberg, in netto contrasto con i grandi del settore tech e comunicazione, getta nuove ombre sul rapporto con Spotify. Alla luce della presa di posizione a favore dei singoli, a scapito di logiche di mercato, si fa ancora più oscuro il futuro dei rapporti con il servizio di streaming svedese. Se da un lato la collaborazione prosegue, dall’altro (almeno nelle intenzioni) il CEO di Facebook vuole spostare il potere e il guadagno del settore verso i piccoli creatori, cosa che potrebbe non essere gradita dagli svedesi. (A.M. per NL)