In che modo viene fruita l’informazione nei diversi paesi del mondo? E’ il quesito a cui il Digital News Report del Reuters Institute ha cercato di dar risposta.
La ricerca è stata condotta tramite l’utilizzo di un questionario online (la cui realizzazione è stata affidata alla società YouGov & Partner) sottoposto alla fine del mese di gennaio/inizio febbraio 2017. L’indagine ha abbracciato più di 70mila persone stanziate in 36 paesi del mondo, inclusa l’Italia. Un primo risultato generale dell’intera ricerca viene dato dalla fruizione delle news tramite social network e i servizi di messaggistica istantanea: tra le percentuali più alte dei social network troviamo Facebook (47%) e YouTube (22%), seguiti da Twitter (10%), Instagram (6%) e Linkedin (3%); per i servizi di messaggistica istantanea, al primo posto WhatsApp (15%), seguito da Facebook Messenger (8%), Snapchat e Viber (2%), WeChat (1%). Con un tasso di “Internet penetration” pari al 63% (dato relativo al 2016) e una popolazione di 62mln di persone, in Italia a registrare la percentuale più alta in termini di fruizione di notizie online è sempre Facebook (51%), subito dopo WhatsApp con il 24% (che cresce così di 4 punti percentuali nell’ultimo anno), YouTube (22%), Twitter (10%) e, per ultimo, Facebook Messenger (6%). Nella classifica dei migliori siti di notizie, al primo posto vi è Repubblica.it con una percentuale di utilizzo settimanale pari al 28%, al secondo posto TgCom24 con il 27%, al terzo posto SkyTg24 con il 26% e, al quarto posto, il sito dell’agenzia stampa ANSA che registra il 21% di utilizzo settimanale. In particolare, il report spiega che il sito di Repubblica viene preferito dai consumatori per l’accuratezza e l’affidabilità delle notizie (27%), la comprensibilità degli argomenti complessi (28%), opinioni forti e dirette (30%), divertimento e intrattenimento (15%); il sito dell’agenzia ANSA viene, invece, scelto per il 46% grazie all’accuratezza e all’affidabilità delle news, per il 23% in merito alla comprensione di temi difficili, per il 21% in merito all’esposizione di punti di vista forti e chiari e per l’11% in termini di divertimento e svago. Proseguendo nella classifica dei “top of the news”, in quinta posizione troviamo il sito del Corriere della Sera con il 20% di utilizzo settimanale, seguito dal sito di Rai News (16%), Il Fatto Quotidiano e Yahoo (15%), Notizie Libero, Huffington Post e Sole24Ore alla pari con il 14% e, fra le ultime posizioni, TgLa7 (13%), Msn News (12%) e La Stampa (11%). L’indagine dà conto anche delle percentuali di utilizzo settimanale relative al settore televisivo, radiofonico e della carta stampata: in prima posizione la RAI (Tg1, Tg2, Tg3, TgR) con il 56%, subito dopo Mediaset (Tg4, Tg5, Studio Aperto) con il 45%, seguono p30%)oi RaiNews24 (36%), SkyTg24 (35%), TgLa7 (31%), TgCom24 (30%). A scendere, la Repubblica e TGR (22%), Il Corriere della Sera registra il 21% (al pari della stampa locale e regionale), Il Sole24 Ore (14%), Il Fatto Quotidiano (11%). Nell’abstract dell’indagine, si legge come l’Italia sia caratterizzata da un settore mediatico fortemente incentrato sulla televisione e come, dall’altra parte, i giornali stiano perdendo sempre più terreno favorevole (da più di 6 mln di copie giornaliere nel 2000 si è passati a poco più di 2,5 mln di copie al giorno nel 2016). Nonostante questo, la stampa rimane la principale risorsa di notizie per la popolazione italiana, sebbene stia sempre di più crescendo l’importanza di Internet grazie al ruolo che ogni giorno social media e smartphone giocano nella ricerca e fruizione di notizie. Ma gli italiani sono disposti a pagare per leggere una notizia online? Reuters Institute rivela anche questo particolare: solo il 12% di coloro che hanno partecipato al sondaggio hanno dichiarato di pagare al fine di fruire una notizia su Internet. Parlando di informazione online, non poteva non essere affrontato il discorso sulle fake news contro le quali, come accennato nel report stesso, è stato presentato in Parlamento un disegno di legge (in riferimento al ddl avanzato dal magistrato Adele Gambaro) avente l’obiettivo di combatterle e con il quale si è stabilita un’ammenda fino a 10mila euro e la pena detentiva per un massimo di due anni per la pubblicazione di notizie false da parte di portali online. Quello che forse fa più riflettere è il dato relativo alla fiducia che in lettore ha nei confronti della notizia che legge: il 46% ha dichiarato di fidarsi della notizia che fruisce mentre la percentuale cala quando si tratta di fidarsi della notizia nel suo complesso (39%), con tanto di spiegazione che afferma che la natura del giornalismo italiano, combinata ad una forte influenza politica e imprenditoriale che incombe sulle imprese mediatiche, ha portato i lettori ad avere un tasso di fiducia nelle notizie particolarmente basso. (Analisi sull’Italia firmata da Alessio Cornia, ricercatore Reuters Institute for the Study of Journalism). (L.M. per NL)