Tv e radio guadagnano posizioni rispetto ai new media che hanno fino ad oggi dominato i mercati pubblicitari, soprattutto negli anni più bui della crisi che molti ritengono superata.
A guardare i dati consolidati nei primi sei mesi di quest’anno dal gruppo tedesco Bertelsmann, proprietario, tra gli altri media, della divisione RTL Group, una tale stima sembrerebbe in accordo con le auspicate prospettive di ripresa economica del settore delle tlc. Nei primi sei mesi del 2010, difatti, Bertelsmann ha capitalizzato un utile netto di 246 milioni di euro, scongiurando il ripetersi della debacle che le aveva fatto chiudere il 2009 con perdite per oltre 300 milioni di euro. Le prospettive di crescita dello storico editore tedesco, poi, fanno prevedere un esercizio che il prossimo dicembre potrebbe chiudersi con guadagni per 500 milioni di euro, attestandosi già oggi il totale dei ricavi sulla soglia dei 7,4 miliardi di euro. Motore della ripresa, evidentemente, la crescita della raccolta pubblicitaria che ha visto la migrazione di ingenti capitali dalla promozione a mezzo internet dirottati sui media tradizionali. In proposito, sembrerebbe che i grandi investitori abbiano optato per il nuovo canale delle tlc (che comunque pare non presenti segni di flessione ma solo una frenata agli incrementi a due cifre registrati negli ultimi due – tre anni) in tempo di crisi, spinti dalla contingente necessità di appostare meno risorse alla promozione pubblicitaria nell’intento di far quadrare i dissestati bilanci e, in tempo di ripresa, puntino nuovamente sulla collaudata efficacia degli spot tradizionali. Ciononostante, Martin Sorrel, il guru delle campagne elettorali di mezzo mondo – il cui nome potrebbe dire poco, ma, in realtà, guida una delle più grandi holding di aziende di comunicazione e pubblicità del globo, la WPP Group, con 100 mila dipendenti attivi in 141 associate e sussidiarie in 106 paesi del mondo – pur confermando il positivo trend di crescita del settore, invita comunque alla prudenza. Scongiuri a parte, Bertelsmann non è la sola a gongolarsi dei dati della ripresa. Infatti, tra le voci bianche del coro, spiccano in Germania anche quelle del Gruppo Editoriale Alex Springer (editore, tra l’altro, dell’emittente ProSiebenSat 1, secondo gruppo radiotelevisivo europeo, presente in 13 stati) che ha dichiarato un balzo del fatturato dell’8,7%, attestandolo oltre la quota di 1,3 miliardi di euro, dato che spinge il ceo Mathias Dopfner a dichiarare che “siamo sull’orlo di una revisione del settore media che fin qui era stato seguito con preoccupazione dagli investitori per via dell’andamento della pubblicità ed ei cambiamenti strutturali, anche nella direzione digitale, a cui sono andate incontro le aziende editoriali” (cfr. Italia Oggi, 02/09/2010, p. 17). Tornando al consolidamento Bertelsmann, alla crescita del primo semestre 2010 contribuisce non soltanto la raccolta pubblicitaria, ma anche la ripresa registrata dai ricavi della controllata Random House, impegnata nell’editoria cartacea e digitale. Propri quest’ultimo comparto contribuisce con l’incremento del 300% della commercializzazione degli ebook che negli Stati Uniti rappresentano l’8% delle vendite della società. Persiste, invece, la politica di tagli insistente sul settore della diffusione libraria che, a detta di Thomas Rabe – chief financial officer di Bertelsmann – sta attraversando una fase di “declino controllato” (cfr. Italia Oggi, 02/09/2010, p. 17). Concludendo, anche se i dati che qui si sono riassunti si riferiscono a realtà imprenditoriali ben lontane dall’editoria locale, è prevedibile che anche in questo settore, a breve, possano rinvenirsi segnali di una prima ripresa dopo gli anni bui della crisi. (S.C. per NL)