Piovono offerte per la 21st Century Fox di Rupert Murdoch, già detentrice del 39% di Sky Plc, broadcaster televisivo inglese, con consociate in altri Paesi europei, tra cui anche l’Italia.
Come queste pagine hanno più e più volte avuto modo di riportare, gli asset che la Fox vuole cedere sono contesi oramai da mesi dalla The Walt Disney Company, guidata da Bob Iger e da Comcast, diretta da Brian L. Roberts.
Ripercorriamo velocemente le varie mosse dei giocatori. Inizialmente l’offerta per le attività cinematografiche e televisive e gli asset internazionali della Fox (tra cui la partecipazione nel servizio di video streaming Hulu ed escludendo gli asset giornalistici e dello sport Fox News e Fox Sport) era di 60 miliardi di dollari da parte di Comcast e di 52,4 miliardi da parte della Disney.
Tuttavia, benché l’offerta fosse più bassa, al fine di evitare di incorrere in una censura da parte dell’Antitrust di riferimento a fronte di una concentrazione di tipo verticale, nello scorso mese di dicembre era stata preferita l’offerta del gruppo di Mickey Mouse.
In seguito – grazie soprattutto al via libera dato dai giudici statunitensi alla fusione tra il gigante della telefonia statunitense AT&T e Time Warner – Comcast, il più grande operatore via cavo degli Stati Uniti, ha proposto un rialzo della propria offerta a 65 miliardi di dollari, interamente in contanti. Ma, come ci si poteva aspettare, il colosso dell’intrattenimento con a capo Topolino non poteva di certo rimanere a guardare e lasciarsi scappare ciò che pensava di aver ormai conquistato. Ecco allora un rilancio significativo: dai 52,4 miliardi in azioni a ben 71,3 miliardi, 50% in contanti e 50% in azioni.
In questo scontro fra titani, sembrerebbe che la proposta di Iger – in quanto oggettivamente superiore – sia quella con più chance. Ovviamente, un’unione Fox – Disney prospetterebbe scenari diversi da un’intesa Fox – Comcast nel panorama degli OTT.
Ma l’obiettivo che entrambe le multinazionali avrebbero a seguito di un’eventuale acquisizione sarebbe quello di avere le carte in regola per contrastare big come Netflix e Amazon, implementando la produzione di contenuti e ottenendo una potenza di diffusione internazionale di non poco conto.
In ogni caso, gli asset di Fox fanno troppo gola ad entrambi i contendenti per far sì che uno dei due si lasci scappare la possibilità di proporre altre offerte miliardarie pur di allargare il proprio bacino e non sembra proprio che la partita possa risolversi a breve. (G.C. per NL)