Il 29 luglio 2021 l’attrice Scarlett Johansson ha intentato causa contro Disney, accusandola di aver distribuito Black widow nelle sale cinematografiche e contemporaneamente su Disney+, penalizzando le prime.
Il problema riguarda il compenso della ex musa di Woody Allen: come da norma, questo è in gran parte legato alla vendita dei biglietti nelle sale.
Nel giro di pochi giorni Disney ha rilasciato dichiarazioni al vetriolo contro l’attrice, salvo poi successivamente, per tramite il suo CEO, mitigare i toni, affermando di aver trovato una soluzione al problema.
La questione è ancora più rilevante per gli attori meno famosi, che rischiano di vedere i propri compensi ridotti drasticamente.
Disney: risultati oltre le attese
L’azione legale va inquadrata nell’ambito della crescita degli abbonamenti al servizio OTT Disney +, che quarter dopo quarter continua a superare le aspettative degli analisti.
Gli ultimi risultati, annunciati il 12 agosto 2021, parlano chiaro: 116 milioni di abbonati a livello mondiale (contro un’aspettativa di 114 milioni), con un incremento di oltre 12 milioni nel solo periodo aprile-giugno 2021.
Perdita diretta, ma attivo indiretto
Vero, il servizio continua ad essere in perdita, ma Disney vede contemporaneamente il ritorno in massa delle famiglie ai propri parchi, un aumento del 21% annuo degli abbonati a Hulu e del 75% per ESPN+.
Streaming inarrestabile
Tutti i servizi streaming di Disney sono dunque in crescita, conquistando un ruolo centrale a scapito della vendita di biglietti nelle sale cinematografiche e dei ricavi dai canali tv lineari: questo il contesto dell’azione di Johansson.
Il compenso delle star
È consuetudine per le star del cinema disporre di un compenso diviso in due parti: una, indipendente dal successo commerciale del titolo, pagata prima della release. Un seconda invece proporzionale alle vendite di biglietti, la cui quota del leone viene realizzata negli opening week-end.
I ricavi da tutte le vendite successive tradizionali (merchandising, blue ray, dvd, video on demand e sat) sono invece al 100% trattenuti dalla casa di produzione/distribuzione.
Streaming e pandemia
Il problema nasce nei periodi di pandemia, quando le sale sono chiuse, adottano un cap sul numero di spettatori o in generale hanno meno attrattività.
Durante la prima fase della pandemia si era deciso di posticipare le uscite importanti (unica eccezione: Tenet di Christopher Nolan), ma all’arrivo della seconda e terza ondata la situazione non era più sostenibile. Pertanto molti studi hanno optato per delle release DTS (direct to streaming) come per Grayhound su Apple TV+, o in contemporanea sale+streaming.
La scelta di Warner Brothers
È il caso di Warner Brothers, che aveva annunciato che tutti i 17 titoli del 2021 (incluso The Matrix 4, quarto film della trilogia Matrix) sarebbero stati distribuiti contemporaneamente su grande schermo e via streaming. Decisione evidentemente non definitiva, visto l’accordo del 10 agosto con il gruppo AMC.
Opening week deboli
I risultati della politica delle uscite contemporanee sono evidenti: Black Widow ha totalizzato circa 80 milioni di dollari nell’opening week-end, contro una media di ben oltre i 100 milioni dei precedenti titoli simili.
60 milioni da streaming
Disney ha poi fatto l’inconsueta mossa di pubblicare una stima dei ricavi da streaming: oltre 60 milioni di dollari, un dato normalmente tenuto riservato. La somma delle due cifre è dunque molto vicina a quanto atteso, ma Scarlett avrà (o avrebbe avuto) una percentuale solo sui primi 80 milioni.
Le accuse dell’avvocato di Johansson
Secondo l’avvocato dell’attrice si tratta di una mossa atta ad aumentare il numero di abbonati al servizio OTT, che ha come diretta conseguenza la penalizzazione dell’artista.
Disney Risponde
Al vetriolo, come dicevamo, la prima risposta di Disney. Che rende pubblico il compenso upfront di Johansson: 20 milioni di dollari, affermando anche che il contratto è stato totalmente rispettato. Il che immaginiamo sia corretto: formalmente rispettato, ma non nello spirito. Visto che all’atto della stesura nessuna parte immaginava che ci sarebbe stata la pandemia con la conseguenza della distribuzione duale.
Pace fatta?
L’ultimo sviluppo risale alla conference call del 12 agosto con gli analisti. Rispondendo a una specifica domanda, senza citare il caso Johansson, il CEO di Disney Bob Chapek ha affermato: “Disney ha individuato un modo equo di compensare I talenti, indipendentemente dal tipo di distribuzione adottata. Viviamo in un momento di ansia, molto è cambiato e tutti I film che ci troviamo a distribuire oggi sono stati immaginati in un mondo diverso da quello in cui – sfortunatamente – ci troviamo a vivere oggi”.
Rinegoziazioni
Chapek non lo ha detto esplicitamente, ma consultando altre fonti pare evidente come a Los Angeles siano in corso numerose rinegoziazioni, atte a placare le ire delle star più importanti. La speranza è che questa azione legale crei un effetto a cascata che possa proteggere anche i compensi degli altri artisti: quelli che misurano i ricavi con tre zeri in meno di Johansson. (M.H.B. per NL)