Radio, tv, internet messi alla prova in occasione della tragedia del ponte Morandi a Genova. L’evoluzione tecno-socio-mediatica 4.0 ha snaturato i ruoli nella gestione delle news e cambiato fisionomia ai mezzi?
“E la radio? Ottimo il servizio delle emittenti locali (Radio Babboleo), ma a livello nazionale la copertura è sembrata leggermente carente, forse poiché con staff a ranghi ridotti per via dell’estate. Su Radio 24, ad esempio, ho sentito solo programmi registrati (sul mezzogiorno c’era Nicoletti, attorno alle 15 Ruggeri), gli aggiornamenti erano nei GR. In auto ho seguito volentieri Radiouno. Poi ho optato per l’audio di Sky Tg 24″, si interroga in un dibattito social sviluppatosi a seguito del precedente articolo sul tema mediatico della tragedia ligure di questo periodico il giornalista Sacha Dalcol, vicedirettore delle emittenti svizzere Teleticino e Radio 3iii ed esperto di tecniche di comunicazione radiotelevisiva.“Ecco, forse è questo un elemento interessante: le all news televisive sono talmente radiofoniche che, secondo me, potrebbero essere diffuse pure via radio. Spesso basta ascoltarle; Tgcom 24 ha già inserito l’opzione sull’app e mi sembra una scelta intelligente”, continua Dalcol, allineandosi involontariamente ad altre riflessioni effettuate a riguardo della partenza del progetto trasversale multipiattaforma NSL Radio Tv, di cui abbiamo dato conto su queste pagine.
Per il giornalista elvetico “è paradossale ma, in Italia, le radio private sono sinonimo di “musica”. Tranne rare eccezioni, pochissime hanno una struttura orientata all’informazione e al talk. Gli editori hanno preferito non presidiare quel campo – per ragioni diverse – e lasciare il territorio alle tv. All news che hanno una struttura figlia dei format radiofonici più che di canali televisivi: fasce di conduzione settimanali, copertura h 24, format ben definito.
Tra le poche realtà radiofoniche esistenti figura Radio 24 che in questa tragica occasione, a mio parere, non ha dato il meglio di sé. E di fronte a questo scenario mi chiedo se non abbia più senso aprire l’etere radiofonico a Sky Tg 24, Rai News o a Tgcom 24 (che pure è già presente nelle finestre informative delle Radiomediaset, ndr). In Francia è già così: France Info è contemporaneamente una radio, una tv e un sito web, stessa cosa per Bfm Business“, spiega Dalcol. A riguardo dell’importante ruolo rivestito dai social media in questo tragico evento, portato in evidenza da Enrica Toninelli, vicedirettore di Rai News 24, che ha osservato in un re-tweet (cfr. immagine sopra) come i video di apertura di tutti i più importanti TG nazionali fossero costituiti da video amatoriali postati su Facebook e Youtube, Darko Labor, giornalista già in HRT, l’organismo radiotelevisivo pubblico croato e da tempo trasferitosi a Milano, ricorda nel confronto in argomento, che “i primi a dare la notizia su Twitter sono stati proprio i grandi giornali online”.
“Ma coloro che hanno fatto il peggio sono state le radio, non dedicando piu’ spazio alla notizia (come sempre) e La 7 che pretende di essere all news ma solo se può invitare allo studio i 5 soliti che “commentano” la situazione politica”, conclude polemicamente Labor. (M.L. per NL)