Media. Dati Auditel 2015: carica nuovi editori. Leone: l’altra tv sta crescendo

Il 20 dicembre di un anno fa l’80,6% della popolazione accendeva la televisione per almeno un minuto al giorno. Esattamente un anno dopo la cifra è scesa al 78,1 %. In soldoni si parla di un calo di 2,5 punti in un solo anno, pari a una media quotidiana di 325.288 telespettatori in meno.

L’aumento demografico sembra vada proprio di pari passo al calo degli spettatori e del tempo dedicato alla fruizione dei programmi televisivi: 7 minuti in meno, 4 ore e 12 minuti al dì. C’è da dire, tuttavia, che, nell’era dell’esposizione mediatica, nessun canale riporta dati di sì grande imponenza come il marchingegno televisivo. Sicuramente, in quest’anno, la televisione si è misurata con grandi componenti e numerose sono le variabili che determineranno l’oscillazione dei numeri nei mesi a seguire, basti solo pensare allo sbarco in Italia del mostro americano Netflix, solo la punta dell’iceberg di questo nuovo mondo che comunemente chiamiamo “streaming”: da Skyonline a Infinity (Mediaset), Timvision, Chili Tv e molti altri ancora. Nel frattempo, i dati Auditel mettono di fronte ad una realtà che, se già palesemente ravvisata, fa ancor più pensare con i dati analitici sotto il naso: sembra proprio che quest’anno gli editori “tradizionali” abbiano ceduto il passo (in termini di posizioni e audience) ai nuovi entranti. I dati mostrano come, nella giornata media, Rai abbia mantenuto la corona con i suoi 3,84 mln (37,35% di share), subendo tuttavia un calo di 0,28 punti di share (-0,29% per i canali generalisti e +0,01% per i canali nativi digitali). Medaglia d’argento per Mediaset (3,33 mln e 32,34% di share) con flessione di share (-0,35 punti) come risultante di un -0,45 per le generaliste e +0,11 punti per le native digitali. Segue La7 al 3,58% con una perdita di 0,19 punti di share. Da questa prospettiva sembra proprio che ne siano usciti piuttosto bene Discovery (da 5,78% a 6,23%, 44.151 spettatori in più) e Sky (da 4,97% a 5,13%, 15,182 in più): sicuramente si intravedono ottime prospettive per i canali, anche se c’è ancora del lavoro da fare per sfruttare le potenzialità dei canali 8 e 9 del dtt rilevati, proprio quest’anno, dai due gruppi. Passando ad analizzare la performance dei singoli canali, Rai conduce sia nel giorno medio (1,75 mln) sia nel prime time (4,39 mln), seguita da Canale 5 (1,59 mln e 3,9 mln) e Rai 2 (701.034 e 1,68 mln). Nella “stagione” televisiva tra il 27 settembre e il 20 dicembre, tra le generaliste crescono Canale 5 e Rai a dispetto delle altre: Canale 5 segna il passo (da 16,82% a 15,46% di share) mentre La7 guadagna un po’ di terreno passando da 3,07% a 3,15%. Difficile non ipotizzare, poi, che su Canale 5, come sugli altri canali del gruppo Mediaset, abbia pesato l’oscuramento dalla piattaforma Sky in tema di Retransmission Fee. La risposta del gruppo di Cologno non tarda ad arrivare: “Mediaset resta leader sul target commerciale 15-64 anni, che è quello che ci interessa di più e come editore cresciamo nel prime time. Nel totale editori non si vedono grandi variazioni negli assetti televisivi precedenti”. Assolutamente soddisfatto si mostra Giancarlo Scheri, direttore di Canale 5, che parla di missione compiuta: “i dati Auditel incoronano i programmi di intrattenimento in prima serata di Canale 5 al vertice della classifica delle serate top 2015 (esclusi eventi)”. Effettivamente con “eventi” ai vertici della classifica, Auditel intende la serata finale di Sanremo (11,8 mln di audience media) e la prima serata su Rai 1 (11,7 mln); a seguire i match di Champions League Real Madrid-Juventus (11,62 mln e Juventus-Barcellona (11,52 mln), entrambi su Canale 5. “I nostri ascolti sono molto importanti considerando che questo è stato un anno senza i Mondiali di calcio”, dichiara Giancarlo Leone confermando che “la tv generalista continua a fare presa sul pubblico”. E sempre da Leone arriva anche conferma della nuvola all’orizzonte: “l’erosione del pubblico a causa delle nuove offerte. L’altra tv sta crescendo”. (S.F. per NL)

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