La Commissione europea ha deciso il 19/05/2022 di deferire la Repubblica Ceca (Cechia), l’Irlanda, la Romania, la Slovacchia e la Spagna, alla Corte di giustizia UE per il mancato recepimento della Direttiva sui Servizi di Media Audiovisivi (AVMSD, Direttiva (UE) 2018/1808).
La Commissione ha avanzato richiesta di irrogare sanzioni pecuniarie ai sensi dell’articolo 260, paragrafo 3, TFUE.
La direttiva AVMSD
Come noto, la direttiva AVMSD disciplina il coordinamento a livello dell’UE della legislazione nazionale su tutti i media audiovisivi. L’ultima revisione del provvedimento comunitario è stata effettuata nel 2018.
Gli standard AVMSD
La versione riveduta della direttiva AVMSD fornisce standard di contenuto multimediale a livello dell’UE per tutti i media audiovisivi, sia le trasmissioni televisive tradizionali che i servizi a richiesta, oltre alle piattaforme di condivisione video.
Panorama audiovisivo più sicuro, equo e diversificato
Le nuove norme dell’UE mirano a creare un panorama audiovisivo più sicuro, più equo e più diversificato, rafforzando la protezione dei telespettatori, con particolare riguardo alla sicurezza delle persone più vulnerabili, come i minori, estendono le norme sui contenuti illegali e dannosi alle piattaforme di condivisione video e promuovono la diversità culturale nei media audiovisivi. Inoltre, la direttiva AVMSD ha introdotto requisiti di indipendenza aggiuntivi per le autorità nazionali di regolamentazione dei media.
Data limite: 19/09/2020
Gli Stati membri dovevano recepire questa direttiva e comunicare le misure nazionali di recepimento alla Commissione entro il 19/09/2020. In assenza di adozione delle norme nazionali pertinenti, la Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora a 23 Stati membri nel novembre 2020, seguite da nove pareri motivati a settembre e due a novembre 2021.
Gli stati inadempienti
Ad oggi, gli Stati membri Repubblica Ceca (Cechia), Irlanda, Romania, Slovacchia e Spagna, non hanno recepito e comunicato integralmente le misure di attuazione della direttiva AVMSD. Per questo motivo, la Commissione ha deciso di deferire questi casi alla Corte di giustizia UE.
Cittadini e imprese non tutelati
A causa del ritardo nel recepimento, i cittadini e le imprese in tali nazioni potrebbero non essere in grado di fare affidamento su tutte le disposizioni della AVMSD.
Condizioni di parità e di indipendenza delle Autorità
Conseguentemente, negli stati deferiti potrebbero non essersi create condizioni di parità per diversi tipi di servizi di media audiovisivi e non essere garantita l’indipendenza delle autorità nazionali di regolamentazione dei media.
Diversità culturale
Inoltre, potrebbe non essere preservata la diversità culturale, ad esempio, richiedendo ai servizi di video on demand di avere almeno il 30% delle opere europee nei loro cataloghi e non essere assicurata la protezione di bambini e consumatori in generale, stabilendo norme, ad esempio, per la protezione dei minori contro i contenuti dannosi nel mondo online, compresa la protezione sui servizi di video on demand e rafforzando la loro protezione per quanto riguarda le comunicazioni commerciali audiovisive.
Odio razziale e religioso
Infine, in questi territori potrebbe non essere sufficientemente combattuto l’odio razziale, religioso e di altro tipo rafforzando le regole per combattere l’incitamento alla violenza o all’odio e la provocazione pubblica a commettere reati terroristici.
Lo sfondo AVMSD
La direttiva sui servizi di media audiovisivi mira a garantire un mercato unico equo per i servizi di trasmissione che tenga il passo con gli sviluppi tecnologici. La Commissione ha proposto una revisione della AVMSD nel 2016, che è stata adottata nel 2018, includendo un nuovo approccio alle piattaforme online che diffondono contenuti audiovisivi.
Le misure contro le violazioni
Ai sensi dell’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE), se lo Stato interessato non si adegue al parere entro il termine stabilito dalla Commissione, quest’ultima può adire la Corte di giustizia dell’Unione europea . Inoltre, ai sensi dell’articolo 260, paragrafo 3, TFUE, la Commissione può chiedere alla Corte di giustizia dell’UE di imporre sanzioni finanziarie agli Stati membri che non hanno adempiuto all’obbligo di notifica delle misure di recepimento di una direttiva. (E.L. per NL)
Documenti
Czechia [INFR 2020/0510]
Ireland [INFR 2020/0531]
Romania [INFR 2020/0555]
Slovakia [INFR 2020/0563]
Spain [INFR 2020/0521],