Prosegue senza tregua la battaglia tra 21st Century Fox, The Walt Disney Company e Comcast, finalizzata ad un riassetto strategico che permetterebbe al o ai vincitori di competere ad armi pari con i colossi dell’intrattenimento quali Netflix e Amazon.
Ma quante cose possono succedere in un arco temporale brevissimo in questo risiko che sembra non dover finire mai?
La scorsa settimana Fox, che già controlla il 39% di Sky ma che da anni è interessata ad acquisire anche il restante 61%, aveva valutato 32,5 miliardi di dollari il 100% della pay tv paneuropea e, poco dopo, Comcast aveva rilanciato con un’offerta di 34 miliardi di dollari.
La Disney dal canto suo, invece, sembrava essere (e poi scopriremo che lo è ancora) il soggetto con più probabilità di conquista delle attività cinematografiche e televisive e degli asset internazionali della Fox, grazie all’offerta – in parte in contanti e in parte in azioni – da 71,3 miliardi di dollari, offerta che superava i 65 miliardi di dollari, interamente in contanti, offerti dalla rivale Comcast. Quest’ultima però, che fino a qualche giorno fa si pensava avrebbe proposto una maggiorazione ulteriore, ieri ha dichiarato che “non intende perseguire ulteriormente l’acquisizione degli asset di Fox. Si concentrerà invece sull’offerta per Sky”. Dopo che il Ceo di Comcast Brian L. Roberts, ritirando la sua offerta, ha ufficialmente gettato la spugna per le attività della Fox, ha così dichiarato: “Mi piacerebbe congratularmi con Bob Iger e il team di Disney, ma anche con la famiglia Murdoch e con la Fox per aver creato una società tanto desiderata e rispettata”. Si potrebbe, quindi, dire che la perseveranza del gruppo guidato da Iger sia stata premiata.
Se però Comcast, da un lato, ha ceduto il passo a Topolino, dall’altro lato – quello che mira a conquistare l’ambito 61% di Sky Plc – non pare voglia lasciarsi sconfiggere e ne è prova la sopracitata offerta da 34 miliardi che supera quella del magnate australiano Rupert Murdoch. L’obiettivo di Comcast sarebbe, infatti, quello di avere una significativa presenza sul mercato internazionale, grazie al rilevante contributo del gruppo satellitare, multipiattaforma, presente in Gran Bretagna, Germania, Austria e Italia.
Le due acquisizioni – Fox e Sky – non viaggiano però su binari paralleli e necessariamente si condizionano reciprocamente: cosa succederebbe infatti se la Disney, nella conquista della Fox, non prendesse anche Sky? Sarebbe ugualmente interessata? E Comcast? Dopo aver rinunciato alla Fox può permettersi di lasciarsi sfuggire anche l’operatore satellitare?
Tante domande e tutte che fanno presagire una strada ancora lunga prima di poter leggere la scritta “Fine” alla vicenda. (G.C. per NL)