Media. BBC a NL: Ucraina, tecnologia e team dedicati indispensabili per far emergere e verificare contenuti social. Intervista esclusiva con Hannah Gelbart

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L’imponente organizzazione di news gathering messa in campo dalla BBC in Ucraina – al 10 marzo quattro giornalisti nella capitale, uno a Poltava e due a Lviv – è integrata e supportata da giornalisti in differenti team dedicati alla selezione, verifica e fact-checking di quanto emerge dai social media, in particolare dei contenuti video condivisi da comuni cittadini. Un lavoro che ha componenti tecnologiche e organizzative molto interessanti e che abbiamo avuto occasione di approfondire in un’intervista esclusiva con Hannah Gelbart, disponibile anche in formato podcast a questo indirizzo.

hannah micro 2 scaled - Media. BBC a NL: Ucraina, tecnologia e team dedicati indispensabili per far emergere e verificare contenuti social. Intervista esclusiva con Hannah Gelbart

Hannah Gelbart

Senior Journalist presso BBC News, nonostante la giovane età, Hannah ha già collezionato numerosi premi nel suo lavoro incentrato su come la disinformazione (torneremo su questo termine nell’ambito dell’articolo) può influenzare la vita delle persone. Oltre a operare come reporter, Hannah filma, produce ed edita contenuti video per i tanti canali social, web TV e radio dell’emittente inglese. Ufficialmente parla inglese, spagnolo e portoghese ma – come abbiamo scoperto all’inizio dell’intervista – è quasi fluent anche in italiano. Hanna è presente su twitter all’handle @hannah_gelbart.

L’intervista 

(Newslinet) – Nel tuo profilo leggiamo che oltre ad essere reporter gestisci in prima persona tutti gli aspetti tecnici necessari per la produzione di contenuti scritti, audio e video. È un caso isolato, o una direzione specifica di BBC News?
(Hannah Gelbart) – In parte è dovuto al fatto che ho iniziato come trainee journalist: una funzione per la quale la BBC prevede l’insegnamento di tutti gli strumenti digitali disponibili.

Giornalisti veri

Poi, però, ho scoperto in prima persona che se vuoi davvero essere un giornalista – uscire dalla redazione e andare sul campo – devi essere in grado di gestire video. Se ti limiti allo scritto, ma anche alla radio, rischi di essere confinata alla tua scrivania. Ma essere giornalisti per me vuol dire uscire, parlare e intervistare le persone. 

Ottimizzazione

Inoltre, essendo reporter so quali sono i tipi di contributi video che sono davvero utili, per cui posso organizzare il lavoro sul campo in modo molto efficiente, riprendendo solo quanto veramente necessario. 

Il video al centro del giornalismo odierno

(NL) – Tra le altre attività ti occupi del fact-checking dei video. Puoi spiegarci come BBC è organizzata per questa attività ?
(H.G.) – La verifica dei contenuti online – specialmente quelli video – è una parte essenziale del giornalismo odierno. Ma è importante assicurarsi di raccontare i fatti in modo accurato. Sappiamo tutti come esista una grande mole di falsa informazione: per prevenirla la BBC conta su numerosi giornalisti in differenti parti dell’organizzazione. 

Specialisti in disinformazione

Uno dei team principali, l’user generated content, controlla quanto viene postato (dunque tutti i video che provengono dall’Ucraina), selezionandoli ed effettuando un primo controllo sulla genuinità. Poi c’è il mio gruppo, gli specialisti di disinformazione, capaci d’identificare, isolare e rendicontare sui video appositamente creati per disinformare. 

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(NL) – Hai parlato di disinformation e di misinformation
(H.G.) – Certo, disinformazione in contrapposizione con misinformation, una differenza molto importante. La seconda riguarda le notizie non corrette o false che diventano virali, mentre nel primo caso si tratta di azioni mirate, informazioni false create per fini economici o politici. 

Il processo di verifica

(NL) – Come effettuate la verifica sui video?
(H.G.) – La prima cosa da fare è controllare la fonte. Con il tempo si riesce a fare un primo filtro sulla base dell’esperienza, dell’intuizione. Ma poi si agisce in modo sistematico: le immagini si sono congruenti con la situazione generale? La location e l’orario sono credibili? Nei video si possono cercare indicazioni quali segnali stradali o strutture note. Google Earth è molto utile in questa attività. Esiste poi il controllo dei metadati, gli attributi associati a ogni immagine e video che si possono estrarre con determinati software. 

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What’s the weather like today?

E poi il tempo, il meteo! Confrontando con altri video e con i bollettini metereologici possiamo avere ulteriori conferme (o smentite) sull’autenticità delle immagini. Abbiamo inoltre dei colleghi in grado di tradurre l’ucraino e il russo, in modo da comprendere le frasi pronunciate dalle persone inquadrate. 

Contatti diretti

A volte contattiamo direttamente gli autori d’immagini e video. Domandiamo se il video è stato creato in prima persona o condiviso e nel primo caso chiediamo dettagli o chiarimenti che ci permettono un’ulteriore fact-checking, soprattutto nel caso sia possibile un controllo incrociato con quanto rilevato dai nostri reporter sul campo. 

Un esempio concreto

In questo esempio potete vedere alcuni cittadini ucraini che cercano di bloccare l’avanzata dei carri armati russi a mani nude. La conferma dell’autenticità del video è stata effettuata tramite confronto dei visual nell’immagine con la geo-localizzazione e tramite il numero di telefono (067) 642 73 83 visibile sulla struttura circolare che corrisponde a una vera attività commerciale a Bakhmach. 

Reverse Image Search

Cerchiamo anche d’isolare i key frames (cambi d’immagine in un video) per poter effettuare delle ricerche su database. In questo modo possiamo capire se l’immagine è originale o è stata già postata: capita di trovare contenuti relativi ad altri conflitti, oppure a periodi temporali differenti. Abbiamo trovato immagini riprese in Libano che l’autore affermava essere relative all’Ucraina. 

Video Game

Abbiamo identificato perfino delle immagini estratte da video game! 

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Tecnologia e sentito dire

(NL) – Collaborate anche con i vostri giornalisti sul terreno?
(H.G.) – Assolutamente sì, è uno dei nostri canali. Se ad esempio riceviamo un video di un palazzo oggetto di un bombardamento, contattiamo il nostro giornalista più vicino per chiedere conferma, ad esempio se ha sentito la popolazione parlare di questo specifico evento. Ma la cosa funziona anche all’inverso: a volte sono i reporter sul campo a inviarci materiale e chiederci un controllo. 

Double Checking 

Il controllo viene poi eseguito indipendentemente da un altro membro del nostro gruppo, e infine dall’editor (capo redattore) che ha l’ultima parola prima di andare online e onair, tenendo anche conto di eventuali problemi di copyright. 

Tempistiche

(NL) – Quanto tempo dura questo processo, quanto passa da quando ricevete un video a quando eventualmente lo pubblicate o ne parlate?
(H.G.) – Dipende. Esistono anche video che risultano impossibili da verificare, mancando metadati e fonti alternative. A volte è possibile richiedere verifiche tramite le chat WhatsApp, o effettuare triangolazioni con video inviati da altre fonti. Possiamo anche interpellare il team specializzato in fonti “open source”. In ogni caso gestiamo una lista di priorità, anche considerando la necessità di avere una verifica prima di un appuntamento importante come le Six O’Clock News” (il nostro TG1 delle 20, N.d.R.). In ogni caso possiamo dire che il processo può richiedere dai 30 minuti fino anche alle 48 ore, dipende dalla complessità del fact-checking. 

Semaforo

I video vengono da noi marcati con un codice a colori: verde significa video verificato. Giallo, difficile da verificare ma importante, per cui deleghiamo al caporedattore il giudizio finale. Rosso, un contenuto che ci risulta essere fake news, o per essere più precisi disinformazione.  

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Social

(NL) – Quali canali monitorate?
(H.G.) – Controlliamo un insieme ampio di piattaforme. Twitter ovviamente è la miglior risorsa per le breaking news e l’uso degli hashtag permette di raggruppare facilmente le notizie per soggetto. Poi ovviamente YouTube e TikTok, quest’ultimo per i contenuti di breve durata. Non è da sottovalutare l’importanza degli streaming live, dove possiamo assistere agli eventi in tempo reale. 

Monetizzazione

Ma c’è un pericolo: spesso queste dirette live ricadono nella categoria delle fake news, soprattutto perché’ TikTok permette di monetizzare direttamente le dirette. Esiste poi una funzione specifica di TikTok che facilita la creazione di fake: quella che permette di sovrapporre a un proprio video la componente audio di uno differente.

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Contributi diretti

Abbiamo visto questa feature utilizzata per mostrare immagini di persone che corrono nel panico riprese durante l’esplosione di Beirut ma con l’audio relativo – appunto – alla guerra in Ucraina. Siamo infine inseriti in alcuni gruppi Telegram dove vengono postati contenuti, i quali spesso ci vengono comunque inviati direttamente dai residenti. 

Propaganda politica e desiderio di arricchimento.

(NL) – Quanti sono i video falsi rispetto a quelli veritieri? Perché vengono creati?
(H.G.) – È impossibile stimare la quantità dei video falsi in percentuale, ma posso dire che il numero è enorme, in particolare durante periodi di crisi come l’attuale. Molti sono fatti esplicitamente per far leva sulle emozioni e sulle paure delle persone, in questo caso i motivi possibili sono due: cercare di far diventare virale il proprio contenuto, o anche di guadagnare tramite la cosiddetta monetizzazione.

Video pro-Russia…

In termini politici sappiamo che molti di questi video sono pro-russi, un tentativo coordinato da parte del governo russo di creare disinformazione, negando l’esistenza di una guerra o affermando che le persone ferite sono in realtà attori. O che l’attacco all’Ucraina è fatto nel nome della pace: ma noi non abbiamo mai trovato alcun elemento per corroborare queste tesi. 

…e propaganda Ucraina

Esistono anche i canali di propaganda ucraina, alcuni dei quali contengono fake news.
Ci sono molti motivi per i quali le persone creano o condividono fake video. Può essere per errore, per satira o anche, nei casi più seri, per motivi politici o economici.  (M.H.B per NL).

Il contenuto completo dell’intervista è disponibile su SoundCloud.

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