Su Apple Music sarà possibile ascoltare musica in lossless, ma auricolari e cuffie bluetooth non sono adatti alla riproduzione del formato nella sua interezza. Si tratterà dunque di un lossless con qualche perdita di qualità audio (tema su cui ci siamo più volte soffermati).
Il contesto dell’audio
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a importanti novità nel settore audio, soprattutto per quanto riguarda i social network. Dalla nascita di Clubhouse e controparte di Twitter, fino alle nuove features introdotte da Facebook; dai soundbites, fino a live audio rooms e ai podcast. Anche Apple si è aggiunta alla lista, annunciando la nuova Podcast Subscriptions.
Il focus torna sulla musica
Ora il focus sul settore audio si è spostato e torna ad incentrarsi sulla fruizione musicale. E proprio il brand della mela è l’aprifila delle novità per gli appassionati di musica. Apple ha infatti annunciato l’intenzione di rendere disponibile il proprio catalogo Apple Music interamente in lossless e con audio spaziale Dolby Atmos.
Lossless per mobile
L’annuncio apparentemente è dei più sensazionali: finalmente anche da dispositivi mobili sarà possibile godere della qualità senza perdite che finora era un’esclusiva degli impianti Hi-Fi (con tutta la diatriba tra ascolto analogico e digitale che ne consegue). L’ascolto della musica ad alta qualità avverrà grazie al codec ALAC (Apple Lossless Audio Codec). Andando oltre l’euforia del momento, però, si individuano subito due criticità.
Il problema hardware
La prima è di ordine fisico: i supporti audio al momento commercializzati da Apple (dalle AirPods alle AirPods Max) sono cuffie bluetooth. Le celebri cuffiette senza fili sono già state criticate in passato per la compressione che attuano sull’audio, aspetto che è l’esatto opposto del principio dell’ascolto in lossless.
Cuffie
Non solo: come anche ha specificato Apple, per godere del nuovo tipo di fruizione, è necessario possedere un paio di cuffie cablate, poco presenti nel catalogo della mela. Mentre, per quanto riguarda i dispositivi prodotti dagli altri marchi del settore audio, l’ascolto in lossless sarà possibile senza limitazioni, qualora ovviamente le cuffie in questione supportino tale formato. In questo caso però, sarà necessario dotarsi di un adattatore per connettere il mini jack all’ingresso del proprio dispositivo Apple.
Un lossless non proprio lossless
Per ora, dunque, sempre a detta di Apple, gli unici dispositivi in catalogo che possono supportare (seppur con un minimo di perdita della qualità) il nuovo formato offerto, sono le AirPods Max. Queste, grazie alla possibilità di connessione cablata, riuscirebbero ad avvicinarsi al lossless puro. Dunque un ascolto-senza-perdite con qualche perdita.
Semantica
Dal momento che lossless significa letteralmente “senza perdite”, questa dichiarazione di Apple risulta paradossale. Infatti, se una perdita di qualità c’è, la domanda su come si possa definire l’ascolto lossless, sorge abbastanza spontanea.
Cataloghi offline
La seconda criticità riguarda gli utenti che negli anni hanno acquistato brani digitali dal catalogo Apple. La mela, infatti, non ha previsto un upgrade di questo tipo di file, lasciando l’amaro in bocca a chi ha costruito la propria libreria “pezzo per pezzo”, puntando anche a una fruizione offline.
Dati/h
A proposito di offline vs online, va tenuta in conto la questione consumi. È già noto, infatti, che una fruizione di contenuti ad alta qualità porta a un maggior dispendio di dati mobili, i cd giga. Nel caso del lossless, la spesa di traffico internet si aggira sui 40 MB al minuto; per avere un’idea della grandezza di questa cifra, basti pensare che attualmente, su Spotify, il consumo massimo è di 2.4 MB ogni sessanta secondi. Va detto che in questo caso non si parla di lossless, non ancora disponibile sull’app svedese, ma comunque della qualità massima disponibile (320 kbps).
La convenienza non si vede ancora
Al netto di opinioni personali e preferenze rispetto a formati e dispositivi, la prospettiva di consumare di più, per un formato per cui non esiste un supporto adeguato, non è allettante. Allo stato attuale, dunque, il passaggio mobile al lossless, non è totalmente conveniente.
Gratis
Infatti, non a caso, Apple renderà gratuita la fruizione dei contenuti ad alta qualità. Mossa che lascia poco all’immaginazione, vista la tendenza della mela a trasformare accessori in prodotti stand alone (proprio come il cavo delle AirPods Max, venduto separatamente).
Spotify
Nel frattempo anche Spotify, stando a voci di corridoio, sembra sulla via del lossless. Come per Apple, si tratterà comunque di un’opzione e non di uno standard. Ancora si tratta di indiscrezioni, ma non difficili da credere, vista la competizione tra i due servizi e il nome che Spotify deve difendere: quello di streaming audio più famoso al mondo.
I giovani e il lossless
Un aspetto che potrebbe vanificare tutti gli sforzi verso l’ascolto lossless da mobile, viene da un’amara considerazione sul pubblico. I maggiori fruitori di contenuti audio in streaming sono i millenials e la generazione Z. Due generazioni nate con l’mp3 e dunque non abituate, quantomeno per la maggior parte, a cogliere le differenze tra audio ad alta qualità (da CD) e audio compresso a bassa qualità (mp3 e affini).
La qualità
Il progetto ambizioso di Apple si inserisce dunque in un contesto non facile già in partenza. La società americana, dal canto suo, non sembra rispondere efficacemente alle criticità, almeno per il momento. A prescindere dalla riuscita dell’iniziativa, quello che conta è il ritorno di una certa attenzione per quella qualità audio negli ultimi anni sacrificata a favore della comodità e dell’approccio cosiddetto smart. (A.M. per NL)