Il processo di transizione dai media analogici a quelli digitali sta assumendo dimensioni rilevanti: solo il 35% degli italiani legge un quotidiano.
I lettori stanno traslocando sempre piu’ in internet, dove pero’ a piu’ della meta’ degli utenti e’ capitato di dare credito a notizie false circolate nel web. Le cosiddette fake news.
E’ quanto si legge nel 51/o rapporto del Censis che interpreta i piu’ significativi fenomeni socio-economici del Paese nella fase congiunturale che stiamo attraversando.
Per tre italiani su quattro (77%) quello delle fake news e’ considerato un fenomeno pericoloso. Soprattutto per le persone piu’ istruite, che ritengono le bugie sul web create ad arte per inquinare il dibattito pubblico (74%) e favorire il populismo (69%).
Nel giro di quindici anni le copie di quotidiani vendute giornalmente sono passate da quasi 6 milioni, nel 2000, a meno di 3 milioni, nel 2016, con una perdita di oltre il 50%. I tg restano ancora il mezzo d’informazione piu’ utilizzato dagli italiani (60%). I giornali continuano a soffrire per la mancata integrazione nel mondo della comunicazione digitale. Per i periodici nell’ultimo anno si e’ registrata una piccola ripresa, sia dei settimanali (+1%) che dei mensili (+2%). A sostenere l’editoria in Italia sono soprattutto le donne, in particolare quelle piu’ istruite, con il 61% di lettrici diplomate o laureate. Meno della meta’ della popolazione (il 42%) legge libri, mentre gli e-book, nonostante una leggera crescita (dal 2% del 2007 al 9% nel 2017) viaggiano ancora su numeri piuttosto bassi.
Come fonti d’informazione, gli italiani si affidano ai social network come Facebook che viene utilizzato dal 35% degli italiani (e la percentuale sale al 48% tra i giovani). I motori di ricerca come Google vengono consultati per informarsi dal 21% della popolazione, YouTube da oltre il 12%.
Anche lo svago e’ sempre piu’ all’insegna del digitale. Sempre secondo il Censis, la quota degli italiani che guardano film online aumenta di oltre 4 punti percentuali rispetto al 2015, passando dal 19% all’attuale 24%, spingendosi fino al 47% nel caso degli under 30. Anche ascoltare la musica attraverso il web e’ una pratica comune al 39% degli utenti (tra gli under 30 si sale a circa il 60%). (E.G. per NL fonte INPGI)