Milano, 7 giu. (Apcom) – Proseguono le polemiche dopo la pubblicazione sul quotidiano “Il Corriere di Livorno” dell’elenco di 300 persone iscritte nelle 14 logge massoniche di Livorno, la seconda città italiana dopo Firenze per densità di massoni. La massoneria minaccia querele, scrive il Corriere della Sera, ventilando una richiesta di risarcimenti pari a 25mila euro per ogni nome pubblicato.
Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, ha parlato di “schedature” e di “violazioni dei diritti dell’uomo”, mentre il Gran Maestro della Loggia d’Italia, Luigi Pruneti, di “Campagna antimassonica”. Gli elenchi erano stati acquisiti dalla magistratura durante le indagini, con reati ipotizzati di associazione a delinquere e peculato, sulla società “Porto 2000” che gestisce il traffico turistico del porto labronico. Il Corriere di Livorno, di proprietà del calciatore del Parma Cristiano Lucarelli, è riuscito a procurarsi gli elenchi e li ha pubblicati, scatenando le forti proteste delle varie logge massoniche.
MASSONERIA/ PRUNETI CONTRO CORR. LIVORNO SU PUBBLICAZIONE LISTE
Gran maestro difende attività Gran Loggia d’Italia
Roma, 4 giu. (Apcom) – E’ polemica tra la massoneria italiana e il “Corriere di Livorno”. Luigi Pruneti, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia critica la recente pubblicazione da parte del Corriere di Livorno degli elenchi degli iscritti, dopo che la stessa testata aveva già divulgato gli elenchi del Grande Oriente d’Italia (Goi).
“In nome della libertà di stampa si commettono talvolta autentici misfatti. E’ quello che sta accadendo con la campagna antimassonica posta in essere dal “Corriere di Livorno”, ha dichiarato Pruneti in un comunicato rilevando che si gettano ” sospetti, e quindi discredito, su un’organizzazione che ha svolto e svolge un ruolo positivo nel nostro paese, nella difesa dei diritti personali e dei valori assoluti”.
“Questa campagna giornalistica – che si basa in realtà sulla disinformazione, prosegue il Gran Maestro Pruneti – è seguita a un’inchiesta avviata dalla magistratura per far luce sulle attività dell’ex direttore della Porto 2000, Bruno Crocchi, e sui suoi rapporti con logge massoniche. Ora, se è legittimo che la magistratura prenda visione di qualsiasi documento eventualmente utile, non altrettanto si può dire per la divulgazione a mezzo stampa di notizie che investono la vita privata di cittadini italiani. Tanto più che lo stesso “Corriere di Livorno” riconosce, in data 2 giugno 2008, che “nessuno degli appartenenti al-la Gran loggia d’italia è stato coinvolto nelle indagini della Porto 2000”.
“La testata livornese è molto giovane – è nata nel 2007 – e forse non ha il senso della dimensione storica. Altrimenti saprebbe che la Gran Loggia d’Italia non è un gruppo di potere o di pressione, non ha interessi politici od economici da difendere. “Interesse esclusivo della Gran Loggia d’Italia”, ha aggiunto Pruneti, “è di far crescere l’area della libertà e della responsabilità. In questo senso essa non ha segretida custodire: la Gran Loggia d’Italia vuole aprirsi alla società civile e dialogare con essa. Nel rispetto delle regole, però. Ad esempio, nel rispetto delle regole che tutelano la privacy di ogni cittadino”. La Gran Loggia d’Italia – conclude la nota – si riserva comunque, dinanzi all’ennesimo attacco, di difendersi in tutte le sedi, comprese quelle legali.