Il riequilibro delle graduatorie dei contributi effettuato dal Ministero dello sviluppo economico con decreto direttoriale del 22/09/2022 in ottemperanza alle sentenze del Consiglio di Stato n. 07880/2022 e n. 07878/2022– che hanno annullato (solo per le annualità 2016 e 2017, NB) il controverso scalino previsto dal D.P.R. 146/2017 – sta seminando una eccessiva euforia tra le emittenti minori.
Facendo perdere di vista l’obiettivo primario, cioè la riforma del Regolamento in una maniera più equa tra editori grandi e piccoli. Che l’oligarchica ripartizione dei contributi fissata da tale D.P.R. fosse censurabile, era una posizione da sempre condivisa da questo periodico. E che, quindi, prima o poi, il tappo saltasse era prevedibile.
Non inciampare due volte nello scalino
Ora che è saltato, però, pensare che, di per sé, le sentenze del CdS possano essere la panacea ce ne passa.
Tanto per cominciare, la nuova graduatoria, con ogni probabilità, sarà oggetto di più d’una revisione (già risultano a NL richieste di riesame per asseriti errori di calcolo), con conseguente dilatazione dei tempi di liquidazione delle somme a coloro che, secondo la nuova lettura, hanno percepito meno del dovuto.
La legificazione del DPR 146/2017
Inoltre, in virtù del D.L. 91/2018, convertito nella L. 108/2018, è avvenuta la legificazione del D.P.R. 146/2017. Ciò impedisce, per le annualità successive, qualsiasi intervento correttivo (sul punto) ai giudici amministrativi, lasciando solo aperta la porta della dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma (tutt’altro che semplice).
Riequilibrio
Quindi, certamente avranno luogo i riequilibri dettati dalle sentenze del Consiglio di Stato, ma in quale definitiva misura e con che tempi è ancora tutto da accertare.
Futuro
Per il futuro, invece, gli scenari sono completamente aperti ed è bene mantenere la calma e frenare gli entusiasmi, non dando nulla per scontato. Come invece sembra accadere in questi giorni.