Le "frequenze residue e disponibili" di cui alla determina del 24/09/2013 del Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento Comunicazioni paiono essere evaporate.
A distanza di quattro mesi dall’annunciata pubblicazione del relativo elenco, di esse nulla si è più saputo. Sarà perché il MSE è in tutt’altri impegni assorbito, oppure perché il contenuto del provvedimento ministeriale potrebbe in parte essere stato valicato dalle previsioni sulla materia del Decreto “Destinazione Italia”, che prevede che le frequenze condivise con quelle di stati esteri debbano essere dismesse dietro (poco) equo indennizzo entro il 31/12/2014, oppure perché la questione si interseca con l’urgenza di svincolare a brevissimo i canali 50/60 UHF dalla tv per irrobustire i servizi LTE. Sarà quel che sarà, sta di fatto che la stratificazione di norme avventate, incoerenti, aggrovigliate e la vergognosa noncuranza per un comparto in prorogatio vitae dallo switch-off analogico/digitale, pare ormai non sorprendere ed interessare più a nessuno. Nemmeno ai diretti interessati.