Il primo week-end post lockdown ci restituisce alcune riflessioni a riguardo delle attività aperte al pubblico.
Problema più grave del previsto
E tutti coloro che hanno registrato affluenza importante stanno realizzando la rilevanza di un problema che, se pur previsto, sta mostrando in queste ore il suo impatto.
Le code
Parliamo delle code. Uno dei principali deterrenti per i clienti e in particolare per gli insofferenti italiani.
Basta recarsi in qualsiasi centro commerciale e ascoltare i dialoghi delle persone in fila. Che, sia ben chiaro, non sono più gli italiani di due settimane fa, che consideravano la coda come il prezzo da pagare per evadere dal lockdown, ma persone per cui il tempo è tornato ad essere limitato e quindi essenziale.
Lo compro online!
I commenti sono sempre gli stessi: “Basta, me ne vado”; “Non ci penso nemmeno a star qui ad aspettare”; “Lo compro online”.
Ecco, soprattutto quest’ultima è una considerazione su cui tutti i negozianti che hanno la possibilità di vendere i propri beni (o servizi) anche online dovrebbero porre attenzione.
Le code lavorano per Amazon
Per evitare che le code diventino un nuovo cavallo di battaglia di Amazon, i commercianti dovranno attrezzarsi velocemente per garantire il soddisfacimento delle richieste attraverso contromisure sostanziali e un’efficace integrazione dell’e-commerce di prossimità.
Velocizzare il turn-over eliminando le casse
Come? Limitando al massimo il tempo di permanenza nei negozi e quindi accelerando il turn-over di entrata ed uscita, velocizzando il flusso, per esempio eliminando le casse attraverso il pagamento online immediato.
E garantendo la consegna a domicilio in caso di attesa
E magari garantendo la consegna a domicilio dei beni acquistati non asportabili senza attesa.
Se così non si farà, le code si ridurranno comunque.
Ma senza introiti compensativi. E a tutto vantaggio di Amazon.