La cura Soru – De Gregorio funziona solo a metà: ok in edicola ma ancora male la raccolta pubblicitaria. E la “maledizione” dell’ex giornale comunista continua.
Neanche Renato Soru (foto), ed il suo nuovo corso firmato Concita De Gregorio, sembrano in grado di poter fare il miracolo. “L’Unità”, ex organo di partito del Partito Comunista Italiano, continua, infatti, a chiudere annate in rosso, a perdere appeal sui lettori ed a rimetterci in termini d’introiti pubblicitari. A dire il vero, la fine del 2008, in coincidenza con la sostituzione di Antonio Padellaro con Concita De Gregorio alla direzione, ha fatto registrare un buono risultato, perlomeno rincuorante visti i trend degli ultimi anni, dal punto di vista delle copie vendute in edicola: + 10% nell’ultimo trimestre dello scorso anno ed a gennaio 2009, +12%, con punte di 65mila copie vendute (erano appena 49mila a novembre scorso, sfiorando il minimo storico), a febbraio. Questo non è servito, però, a procurare all’ex giornale della famiglia Angelucci e delle fondatrice di Videomusic, Marialina Marcucci, un incremento in termini d’introiti pubblicitari, che restano il tallone d’achille a causa del quale anche l’anno appena trascorso si è chiuso con un rosso preoccupante, anzi il più preoccupante degli ultimi anni: 8 milioni di euro il passivo registrato nel 2008, a fronte dei 5 milioni del 2007, dell’1,4 milioni del 2006 e dell’1,1 milioni del 2005. L’ultimo dato disponibile, relativo al bilancio, invece, risale al 2007 e dice che il quotidiano ha fatturato 25,3 milioni di euro e la cifra (anch’essa in calo) degli introiti derivanti da sovvenzioni pubbliche ha doppiato quella relativa ai ricavi derivanti dalla vendita di spazi pubblicitari. Anche questo un dato che fa riflettere. La parola d’ordine, quindi, nonostante i recenti investimenti per il restyling grafico voluto dal nuovo direttore, è tagli, tagli, tagli. È ciò che impone anche la proprietà del giornale, per bocca di Antonio Saracino, il quale ha incontrato il sindacato interno di redazione ed ha minacciato di impugnare i libri del quotidiano in Tribunale se questa non accetterà un radicale taglio dei costi. Il che vorrebbe dire, oltre alla già avvenuta sospensione dell’inserto del lunedì “Emme”, una sfilza di prepensionamenti, ingenti tagli nel personale (che ad oggi conta circa 80 dipendenti) e la riduzione dei salari del 40%. Tagli mica da ridere.
Neanche Renato Soru (foto), ed il suo nuovo corso firmato Concita De Gregorio, sembrano in grado di poter fare il miracolo. “L’Unità”, ex organo di partito del Partito Comunista Italiano, continua, infatti, a chiudere annate in rosso, a perdere appeal sui lettori ed a rimetterci in termini d’introiti pubblicitari. A dire il vero, la fine del 2008, in coincidenza con la sostituzione di Antonio Padellaro con Concita De Gregorio alla direzione, ha fatto registrare un buono risultato, perlomeno rincuorante visti i trend degli ultimi anni, dal punto di vista delle copie vendute in edicola: + 10% nell’ultimo trimestre dello scorso anno ed a gennaio 2009, +12%, con punte di 65mila copie vendute (erano appena 49mila a novembre scorso, sfiorando il minimo storico), a febbraio. Questo non è servito, però, a procurare all’ex giornale della famiglia Angelucci e delle fondatrice di Videomusic, Marialina Marcucci, un incremento in termini d’introiti pubblicitari, che restano il tallone d’achille a causa del quale anche l’anno appena trascorso si è chiuso con un rosso preoccupante, anzi il più preoccupante degli ultimi anni: 8 milioni di euro il passivo registrato nel 2008, a fronte dei 5 milioni del 2007, dell’1,4 milioni del 2006 e dell’1,1 milioni del 2005. L’ultimo dato disponibile, relativo al bilancio, invece, risale al 2007 e dice che il quotidiano ha fatturato 25,3 milioni di euro e la cifra (anch’essa in calo) degli introiti derivanti da sovvenzioni pubbliche ha doppiato quella relativa ai ricavi derivanti dalla vendita di spazi pubblicitari. Anche questo un dato che fa riflettere. La parola d’ordine, quindi, nonostante i recenti investimenti per il restyling grafico voluto dal nuovo direttore, è tagli, tagli, tagli. È ciò che impone anche la proprietà del giornale, per bocca di Antonio Saracino, il quale ha incontrato il sindacato interno di redazione ed ha minacciato di impugnare i libri del quotidiano in Tribunale se questa non accetterà un radicale taglio dei costi. Il che vorrebbe dire, oltre alla già avvenuta sospensione dell’inserto del lunedì “Emme”, una sfilza di prepensionamenti, ingenti tagli nel personale (che ad oggi conta circa 80 dipendenti) e la riduzione dei salari del 40%. Tagli mica da ridere.
Intanto, però, il nuovo azionista di maggioranza Renato Soru, che di certo non ha investito nel quotidiano per motivi di business, ha per ora rifiutato la richiesta di ricapitalizzazione per 6 milioni di euro. Insomma, la soluzione dei problemi, per il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, pare tutt’altro che vicina. Ai problemi economici, come se non bastasse, si aggiungono quelli di natura editoriale, che negli ultimi giorni hanno visto “L’Unità” contrapporsi all’altro organo del Pd, ossia l’ex quotidiano della Margherita, “Europa”. Dalle pagine dell’ex giornale dei Ds sono sempre cadute dure critiche sulla testa di Francesco Rutelli, sin dai tempi di Padellaro. Critiche che, negli ultimi tempi, si erano concentrate sul tema del testamento biologico. Tema su cui le posizioni ufficiali prese da Rutelli erano state tutt’altro che “progressiste”. Ma le continue frecciate da parte di quello che, fino a prova contraria, è comunque l’organo di stampa principale del suo partito, avevano portato l’ex sindaco di Roma a dure dichiarazioni, riprese e rincarate da “Europa”. Ne è nata una sorta di guerra fratricida che è proseguita per giorni dalle pagine di entrambi i quotidiani. Ed a rimetterci, come sempre negli ultimi anni (e non solo), è la sinistra italiana. (Giuseppe Colucci per NL)