Questa scelta implica che i paesi membri della UE saranno “costretti” ad incoraggiare l’adozione di DVB-H per le rispettive reti.
La decisione arriva quasi a sorpresa, vista l’attività di lobbying svolta da Corea del Sud, BBC, Regno Unito e Università tedesche per favorire la presa in considerazione di T-DMB, alternativa un po’ meno diffusa e sviluppata con fondi provenienti dai suoi attuali sponsor. La speranza era che, analogamente al caso della telefonia mobile statunitense, la UE decidesse di non decidere a favore di un solo concorrente.
Le cose tuttavia erano andate chiarendosi già con la bocciatura di un altro protocollo realizzato da Qualcomm, denominato MediaFLO, giudicato come “soluzione proprietaria” dalla Commissione e per questo scartato dal principio. DVB-H è stato invece preferito perché “tecnologia europea”, sviluppata principalmente da Nokia (ma non solo) e in cui la UE avrebbe anche investito diversi milioni di euro.
“Capisco che la competizione tra diversi standard, in certi casi, possa essere un buon modo per lasciare che sia il mercato a scegliere la migliore soluzione” ha detto Viviane Reding, membro del comitato regolatore per le telecomunicazioni UE: “Ma abbiamo aspettato anche troppo. Le opportunità si stanno dissolvendo. È ora di rompere lo stallo”. La scelta potrebbe essere dunque stata presa sulla scia di quanto accaduto con il GSM negli anni novanta, per tentare di replicarne il successo.
Se pure il DVB-H fa passi da gigante nelle istituzioni, non si può dire lo stesso per i terminali pronti ad adottarlo. L’ultimo della breve lista, tra i pochi non legato al marchio di una compagnia telefonica, è stato appena rilasciato da Nokia stessa. La prima versione di Symbian OS ufficialmente compatibile sarà disponibile solo nel 2009, mentre ancora restano vive le polemiche sulle modalità di implementazione scelte per adottare il protocollo.
Nel 2004, lo European Telecommunications Standards Institute (ETSI) aveva già approvato l’adozione di DVB-H come standard europeo. Nelle stime della UE, la TV mobile dovrebbe essere in grado di generare vendite per quasi cinque miliardi di euro già nel 2009. Sempre che la NetTV e il WiFi non ne stravolgano i piani.
Luca Annunziata