La decisione di 22HBG di lanciare l’aggregatore sotto il brand FM-World non poteva cadere in un momento più cruciale.Come noto, in queste ultime settimane, a tenere banco è il fenomeno, galoppante, dell’ibridizzazione della radio, con la storica diffusione analogica in FM che si stempera su altre piattaforme quali l’IP, il DAB+, DTT e il sat.
Ma la radio è una cosa sola con l’automobile (l’80% degli ascolti vengono da lì) e quindi è sulle quattro ruote che si concentrano i maggiori interessi, anche e soprattutto in vista dell’era delle auto interconnesse (che ora ha anche una data: marzo 2018), in particolare di TuneIn (che ambisce a divenire l’aggregatore mondiale), di Radio Player (che sotto il cappello EBU – pur con una lentezza esasperante che rischia di metterlo all’angolo – vuol caratterizzarsi come l’ibridizzatore europeo) e, appunto, di FM-W. Quest’ultimo, con la funzione di verifica della presenza di un segnale FM della radio prescelta per un’eventuale commutazione dello smartphone (ove compatibile) – mirata al risparmio della batteria ed alla riduzione del consumo di banda dell’ascolto in streaming (finché ciò avrà rilevanza, visto l’imminente arrivo delle tariffe flat) – è quanto di più prossimo alla fruizione eterogenea. E soprattutto, è un passo avanti rispetto a TuneIn. Made in Italy.