A pagare, alla fine, sono i dipendenti: Claudio Brachino, direttore di Videonews e dipendente Mediaset e Annalisa Spinoso, giornalista precaria, anche lei dipendente dell’azienda dal biscione.
Sono stati loro, infatti, i responsabili materiali di quel servizio che tanto clamore destò lo scorso 15 ottobre, a proposito delle supposte "stranezze" del giudice Raimondo Mesiano. Mesiano, ricordiamo, è il magistrato che ha disposto, proprio lo scorso ottobre, la condanna contro Mediaset a pagare 750 milioni di euro di risarcimento a Carlo De Benedetti, nell’ambito del caso Imi-Cir. La sentenza (cui è stato presentato ricorso in appello) metterebbe praticamente in ginocchio l’azienda. Proprio in quei giorni – se lo ricorderanno in tanti – Mattino 5, trasmissione contenitore di Canale 5, mandò in onda l’ormai celebre servizio: un misto tra gossip e propaganda che, non solo violava palesemente la privacy del cittadino Mesiano, nel pieno della sua vita privata, ma tentava di dipingerne un’immagine deformata. Mesiano come un personaggio "strano", dedito a "stranezze", fino al colpo da maestro: la storia del calzino azzurro, divenuto let motiv del discorso politico per alcuni giorni (addirittura con Franceschini, ex segretario del Pd, a sfoggiarne uno simile durante un appuntamento ufficiale). Il servizio, che già allora aveva destato scandalo per la sua inopportunità, è passato al vaglio dell’Ordine professionale dei Giornalisti di Milano, che dopo aver ascoltato il responsabile – Brachino – lo scorso 3 marzo, ne ha disposto la sospensione per due mesi dall’Albo. Secondo l’Ordine della Lombardia, infatti, il servizio – che riguardava un caso in cui era coinvolta la stessa Mediaset, azienda di cui Brachino è dipendente da tanti anni – aveva come unico fine quello di "screditare la reputazione del protagonista del video e delegittimare agli occhi dell’opinione pubblica la sentenza da lui emessa in precedenza nei confronti di Fininvest". Annalisa Spinoso, la giornalista precaria, per cui l’Ordine siciliano ha disposto la stessa punizione decisa per Brachino (ossia la sospensione per 2 mesi dall’Ordine), aveva seguito Mesiano, montando e mandando in onda "immagini non essenziali e prive di per sé di interesse pubblico in quanto notizia". Producendo, in questo modo, "un effetto diffamatorio nel suo insinuare presunte stravaganze e stranezze del personaggio, fino a sfiorare il vero e proprio dileggio. Immagini non essenziali (addirittura il colore dei calzini) costituiscono l’unico contenuto del servizio e sono sostenute da un commento a mo’ di gossip". Mediaset ha commentato l’accaduto definendo la decisione "un precedente pericoloso per la libertà di informazione ed il diritto di critica". Certo, di critica estetica riguardo il colore dei calzini. Brachino, poi, dal canto suo ha definito la sanzione una "condanna politica". Dimenticando, probabilmente, il forte valore valore politico del servizio che scelse di far confezionare ad hoc per insinuare dubbi (senza riuscirci) circa la vita privata di Mesiano. Infine, invece, non si registrano dichiarazioni di commento alla decisione da parte di Annalisa Spinoso. È una precaria, pensava mica di potersi arrogare il diritto all’autodifesa? (L.B. Per NL)