L’one click per la radio è già disponibile. Ma per molti lo sfruttamento non sarà indolore e necessiterà di cambi radicali di prospettiva

comandi vocali, l'one click

L‘one click tanto ambìto dai radiofonici è già disponibile. Anzi, sarà la regola di qui a qualche anno. Ma per sfruttarlo qualcuno dovrà adottare misure dolorose e/o cambi radicali di prospettiva. La radio deve preservare il più possibile una delle sue caratteristiche tipiche: la semplicità di fruizione. Feature che in epoca analogica si concretava nell’accendere l’apparecchio, cercare la stazione ed ascoltarla.
Col digitale, l’accesso al contenuto radiofonico si è via via complicato, sino ad arrivare alla condizione attuale che, col DAB, vede tre click impegnare il (potenziale) ascoltatore: accendere il dispositivo (1° click), scorrere manualmente l’elenco (2° click) e selezionare la stazione (3° click).

Due click per le stazioni memorizzate o per Android Auto ed Apple CarPlay con applicazione già scaricata

Se l’emittente è stata già memorizzata, i click si riducono a due, ovviamente dando per scontato che l’utente non voglia proseguire un ascolto precedente (circostanza che ridurrebbe ad un click la sequenza).
Con lo smartphone o con sistemi di mirroring come Android Auto ed Apple CarPlay – che proiettano sullo schermo dell’auto le applicazione dello smartphone assumendo il controllo delle stesse -, ammesso di aver già scaricato l’applicazione della stazione preferita, la procedura si riduce a due click: apertura app ed avvio del flusso (un click in caso di app dotata di partenza automatica abilitata).

Gli aggregatori

Se, tuttavia, l’ascoltatore desidera avere una selezione più vasta di offerta, con ogni probabilità utilizzerà un aggregatore di flussi streaming (TuneIn, FM World, Radioplayer, MyTuner, ecc.). In questo caso si riproporrà la sequenza dei 3 click del DAB.

3 click limite massimo prima della demotivazione

Si tratta del limite massimo prima di una demotivazione dell’utente, già misurata per dimostrare, in ambiente televisivo, la necessità che il tasto per la Live Tv (la tv DTT) sulla home delle nuove smart tv fosse immediatamente accessibile.

Tolleranza degli utenti ai click

E’ infatti noto che la maggior parte degli utenti oggi mostra un’intolleranza crescente verso la complicazione tecnologica, preferendo soluzioni semplici e intuitive. Questo è percepibile dal fatto che quasi nessuno si prende più il tempo di leggere i manuali degli apparecchi che acquista: i consumatori desiderano dispositivi e sistemi che funzionino immediatamente, senza perdere tempo in lunghe configurazioni o procedure complicate.

Propensione ai sistemi autoinstallanti

È proprio per questo che i sistemi autoinstallanti, che riducono al minimo l’intervento dell’utente, sono così apprezzati: la facilità d’uso e la capacità di un dispositivo di essere pronto all’uso subito dopo l’acquisto, sono diventate caratteristiche imprescindibili per determinare la soddisfazione del cliente.

Cambiamento culturale

Questa tendenza riflette un più ampio cambiamento culturale verso l’immediatezza e la semplicità, dove il tempo e la facilità di accesso sono considerati più preziosi che mai. Di conseguenza, i produttori si concentrano sempre più sulla creazione di interfacce e processi che minimizzino il numero di passaggi necessari per ottenere il risultato desiderato, riducendo al minimo la frustrazione degli utenti.

User friendly

Le grandi piattaforme di streaming audio/video sono pienamente consapevoli di questa tendenza e si impegnano costantemente a migliorare l’esperienza utente. Un impegno si manifesta chiaramente nei continui aggiornamenti e miglioramenti delle interfacce, con un’attenzione particolare alla prevedibilità della sequenza ed all’accessibilità delle funzionalità.

Processi massimamente intuitivi

Ogni modifica apportata alle pagine di accesso e navigazione è pensata per rendere il processo quanto più intuitivo, eliminando qualsiasi barriera che potrebbe ostacolare o demotivare l’utente.

Principio guida

Il concetto di user friendly è diventato un principio guida nello sviluppo di ogni dispositivo o ambiente di fruizione, con l’obiettivo di rendere l’accesso ai contenuti così semplice da richiedere il minor numero di passaggi e sforzi possibile.

Personalizzazione delle interfacce

La personalizzazione delle interfacce, l’organizzazione intuitiva dei contenuti e l’integrazione di funzioni avanzate come il suggerimento automatico sono tutti elementi che contribuiscono a rendere l’esperienza dell’utente più fluida e soddisfacente.

Approccio proattivo

Questo approccio proattivo al design non solo migliora la soddisfazione dei fruitori, ma aiuta anche le piattaforme a mantenere la loro base di seguaci, riducendo al minimo il rischio di abbandono.

Usabilità dei dispositivi elettronici

D’altra parte, l’utenza moderna è sempre meno tollerante verso processi che richiedono numerosi passaggi o click per essere completati: una tendenza ben documentata negli studi sull’usabilità dei dispositivi elettronici.

La curva di demotivazione

Secondo il rapporto 5/2023 della società di ricerca e analisi strategica Media Progress (gruppo Consultmedia), il 90% degli utenti è disposto a completare un’operazione se questa richiede al massimo 3 click.

Calo di propensione all’interazione

“Tuttavia, la situazione cambia drasticamente quando si introduce un numero maggiore di passaggi: la cosiddetta curva di demotivazione mostra che solo il 65% degli utenti è disposto a procedere al 4° click; al 5° click questa percentuale scende ulteriormente al 40%”, commenta Giovanni Madaro, ceo di Media Progress.

Minimizzare le interazioni per completare un’azione

Questo fenomeno sottolinea l’importanza di progettare interfacce che minimizzino il numero di interazioni necessarie per completare un’azione, poiché ogni click aggiuntivo aumenta il rischio che l’utente abbandoni il processo.

Immediatezza ed efficienza

“In un contesto in cui l’immediatezza e l’efficienza sono elementi fondamentali, le aziende devono considerare attentamente la curva di demotivazione nella progettazione dei loro sistemi e piattaforme, al fine di mantenere alto l’appeal degli utenti contenendo così i tassi di abbandono”, puntualizza Madaro.

Il vantaggio della radio

Almeno per quanto riguarda la radio, c’è tuttavia una soluzione per ridurre ad uno o al massimo a due i passaggi per ascoltare i contenuti lineari: il comando vocale. A parte gli smart speaker, che nativamente sono progettati per reagire esclusivamente a comandi vocali, tutte le vetture di nuova generazione sono predisposte ad interagire vocalmente con gli utenti/automobilisti e a maggior ragione sono i sistemi Android Auto ed Apple CarPlay, che negli ultimi mesi hanno visto notevoli upgrade in tale direzione.

La breccia del navigatore

“Una propensione che segue quella dei conducenti di auto ad interrogare attraverso invocazione i sistemi di navigazione (principalmente Google Maps ed Apple CarPlay che hanno pressoché emarginato quelli captive delle case automobilistiche, che con ogni probabilità, di qui a breve non saranno nemmeno più previsti)”, si legge nel rapporto di Media Progress.

L’one click target

Ma, se ormai quasi nessun osservatore lungimirante ha dubbi sul fatto che il comando vocale sarà l’one click target per la radio, il raggiungimento dell’obiettivo non sarà semplice per molti. Anzi, in qualche caso sarà estremamente complesso.

Shorcut

Anche per i grandi gruppi editoriali sta diventando sempre più complicato ottenere scorciatoie sui dispositivi Google ed Apple, tanto più che vi sono accordi a monte per l’intermediazione, come quello con TuneIn, che si traduce nel fatto che se un’emittente non è presente nell’aggregatore, Assistant (Google) e Siri (Apple) non la somministreranno.

Restyling

Per traghettare il sistema radiofonico, ancora fortemente radicato a principi analogici (pensiamo alle denominazioni col suffisso FM o a quelle ancorate alla frequenza), occorrerà in molti casi un restyling non solo onomastico, ma anche concettuale.

Contromisure

“Come è intuibile, in alcuni casi ciò non sarà possibile e quindi occorrerà dotarsi di fonemi e alias, per cercare di lenire il problema. Ma soprattutto sarà necessaria una imponente azione di sensibilizzazione per abituare gli utenti alla fruizione.

Naming

La scelta della denominazione (o ridenominazione) di una stazione sarà un’ attività di massimo livello strategico, poiché dovrà tener conto di diversi criteri”, annota il rapporto MP.

Tre livelli d’intervento

“Parliamo di aspetti giuridici – quindi verifica preventiva dell’utilizzabilità di un marchio (tenuto conto della sua distribuzione), successiva registrazione e tutela -; di principi linguistici (pronunciabilità, associazione al contenuto/nomen omen) e di logiche di marketing (coerenza del nome col contenuto ed il posizionamento, forza d’identità).

Il terzo occhio sul futuro

E, soprattutto, perché il nome non dovrà solo tener conto della storia passata dell’emittente e delle esigenze attuali, ma anche dei prevedibili sviluppi futuri del mercato, delle abitudini e della tecnologia”, precisa sul punto il rapporto MP.

Tramonto del fascino della scoperta?

Il limite dei comandi vocali è insito nella natura intrinseca: la conoscenza della stazione da invocare. In questo contesto, quindi, potrebbe restringersi di molto l’offerta per l’utente.

Non necessariamente

“Non necessariamente: i sistemi vocali sono governati da intelligenza artificiale, al quale l’utente può rivolgersi per chiedere suggerimenti che verranno forniti anche attraverso la profilazione dell’ascolto e quindi la comprensione progressiva dei gusti dell’ascoltatore”, precisa Madaro.

Sensibilità insufficiente

Ma ciò impone che ogni editore destini quante più energie possibile all’integrazione di metadati che possano consentire ai sistemi di IA di compiere efficacemente la propria attività di associazione. Una sensibilità che non è ancora sufficiente.

 

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