Scrive Daniele: “Scrivo a nome della categoria della quale faccio parte, quella che opera nel settore della vendita e noleggio di audiovisivi, che oggi vive una forte crisi dovuta in particolare ai motivi che vado ad esporre. Si penserà che ci sono i rappresentanti di categoria per questo, ma in questo mondo vero, fatto di molti colleghi come me, che gestiscono l’attività da soli o con pochissimo personale, è più semplice incontrarsi su un blog o su un forum e dividere i guai, comprendersi, parlare la stessa lingua, almeno si parla con qualcuno che ci ascolta.
Dunque, i motivi della nostra situazione davvero difficile sono:
– Prezzo eccessivo e non giustificato dei prodotti DVD versione noleggio imposto dalle case distributrici.
Desidero sottolineare che siamo uno degli pochissimi Paesi, se non l’unico, e non solo a livello Europeo ma Mondiale, ad avere una differenza abissale tra prezzo del DVD versione vendita e quello noleggio. In Italia i prezzi variano da 13euro, circa, per un DVD rilasciato per la vendita ai 60/70 euro per la versione noleggio. Dobbiamo fare i pirati anche noi?
– Iva al 20%.
Sono state disattese le indicazioni del Garante della Concorrenza e del Mercato inviate al Governo e al Parlamento nel Gennaio 2006, che aveva segnalato che essendo l’aliquota IVA per i DVD e i CD venduti con i quotidiani e i periodici al 4%, mentre per la normale vendita è al 20%, creava un gravissimo svantaggio alle imprese commerciali non collegate a gruppi editoriali.
Sono sedici punti di vantaggio, ci si rifletta un istante, non c’è bisogno di aver fatto la Bocconi. Ci aspettiamo che questo Governo stia particolarmente attento al ripristino e al rispetto delle norme a difesa dell’assetto concorrenziale del mercato. Le norme con IVA diversificata creano violente turbolenze sul mercato. Inoltre, un trattamento fiscale equo scoraggerebbe la diffusione della pirateria e produrrebbe effetti positivi sui consumatori.
– P2P
Poco o niente è stato fatto per bloccare, o oscurare, questi siti che consentono, via internet, di appropriarsi illegalmente, e gratuitamente, di prodotti destinati al nostro mercato, con ripercussioni pesantissime sui nostri negozi ed in generale per tutto il mercato cinematografico e discografico.
I nostri negozi sono cultura, il cinema è cultura, e noi, finché potremo resistere, saremo lì, a parlare con la gente e a diffondere questa meravigliosa arte. Quando chiuderemo – ma venderemo prima cara la pelle – ci saranno meno punti di aggregazione.
Chiedo, quindi, che si analizzi al più presto la nostra situazione sperando che si possa ristabilire un’equità di mercato che faccia da volano per risollevare questo settore in forte crisi per i motivi che ho esposto. Questa mia mail viene sottoscritta da centinaia di colleghi, grossisti, gruppi di acquisto, agenti di commercio e dalle loro famiglie preoccupati, e non a torto, per le gravissime difficoltà e disagi che Le ho esposto.
Saluto cordialmente a nome di tutte le videoteche d’Italia”.
Daniele, come ben scrive, non è il solo gestore a vedere le cose in questo modo e nel forum che ci ha segnalato se ne possono leggere molte altre, una vera e propria miniera non solo per gli operatori del settore ma anche per tutti coloro che vogliano capire come i produttori e distributori cinematografici considerino una categoria di commercianti che ha senza dubbio fin qui contribuito a far conoscere il piacere del Cinema.
(Alberigo Massucci)