La fortuna delle tv della famiglia Berlusconi è nata all’insegna della gratuità. Di ciò il Biscione ne ha fatto uno slogan: ti diamo tutto senza chiederti niente.
Forse è anche per quest’indole che le iniziative pay non hanno mai dato i risultati sperati: da Telepiù a Premium, la tv a pagamento è sempre stata una palla al piede per Cologno. Comprensibile quindi che, in tempi di magra, se ne voglia liberare. Viceversa, il terreno pay è sempre stato congeniale a Murdoch, che ha costruito la sua fortuna sugli abbonamenti, conseguendo invece risultati modesti sulla tv free. Logica vorrebbe che i due player pay trovassero un accordo per gestire un mercato troppo piccolo per due soggetti. Ma come accade spesso in questi casi, il monopolio è sopravvalutato da colui che se ne allontana e sottovalutato da colui che lo consegue, col risultato che se un affare conviene ad entrambi, allora non si fa. Di illogicità in illogicità, ecco allora farsi avanti Vivendi, operatore pay dai risultati non entusiasmanti in Francia con Canal+, che, per imperscrutabili ragioni, ritiene di poter migliorare la propria salute economica attraverso l’acquisizione di Mediaset Premium. Che per capire le logiche del mercato pay serva un decoder?