Se il 2008 è stato l’anno in cui sono state poste le condizioni per il cambiamento, il 2009 è stato quello dell’azione legislativa: i principi di produttività, trasparenza, meritocrazia, valutazione e responsabilità sono entrati, con la riforma Brunetta, nell’ordinamento giuridico.
E’ quanto si legge nella presentazione della relazione sullo stato della pubblica amministrazione, presentata il 22 ottobre 2019 dal ministro Brunetta. In particolare, la riforma Brunetta ha rafforzato, da un lato, il rapporto tra il dirigente e i suoi collaboratori, responsabilizzando ciascuno in ordine ai risultati della propria performance, individuale e di gruppo, dall’altro, ha posto le basi per valutare e premiare i risultati in base al merito, istituendo il sistema di valutazione della performance e avviando l’attività della Commissione per l’integrità e la trasparenza nelle pubbliche amministrazioni. Le necessità imposte dalla crisi economica hanno rafforzato la convinzione che, in attesa che quei principi comincino ad esplicare la loro portata innovatrice, sia doveroso intervenire sotto altri due diversi profili, quello delle economie di gestione e quello della semplificazione amministrativa. In questo contesto s’inserisce la Carta dei Doveri, in esame da parte del Parlamento, tesa a chiarire quali siano i diritti ma anche, e soprattutto, i doveri dei pubblici dipendenti. Infine, non si dimentichi che il 2009 è stato anche l’anno del contrasto all’assenteismo e agli sprechi di denaro pubblico (per es.: riduzione della carta e delle auto blu).