Il mercato dello streaming online sta crescendo speditamente e non aspetta (più) i ritardatari, come ormai anche i radiofonici hanno capito. Secondo il report IFPI 2017, nel 2016 in Italia coloro che utilizzavano uno smartphone erano il 68%; nel 2017 erano già diventati il 73%. Nel dettaglio delle fasce, il 91% degli italiani tra i 16 ed i 24 ne fa uso, contro la media mondiale dell’84%. Tra i 25 e 34 anni la percentuale scende all’83% (nel mondo 78%), tra i 35 e i 44 la quota è al 68% nel (mondo 64%).
Tra i 45 ed i 54 anni il valore si limita al 56% (mondo 53%) per poi, curiosamente, risalire tra i 55 ed i 64 anni, collocandosi al 60% (ma nel mondo precipita al 30%, segno che gli italiani adulti sono più tecnologici della media planetaria, a dispetto dei luoghi comuni).
Quanto al supporto, il 60% del campione fruisce della musica in streaming, il 37% anche via cd, il 35% sfrutta (anche) il download e, sorprendentemente, il 19% ascolta dischi in vinile.
Ma su tutto, balza all’occhio dal rapporto IFPI che il 90% degli ascoltatori di musica in streaming lo fa attraverso uno smartphone. Il vero bastone del comando.