Il libro “Ugo Forno – Il partigiano bambino” racconta la vicenda poco nota del giovanissimo partigiano Ugo Forno, un “bambino” (più adulto e grande di molti dei c.d. grandi del periodo fascista e del secondo conflitto mondiale), sacrificatosi per bloccare un sabotaggio nazista.
Leggendo il volume, è possibile entrare nel periodo storico trattato, non solo avendo visione di quello che era il regime e cosa volesse dire crescere con un tale indottrinamento, ma anche respirando il caos a seguito dell’armistizio e la conseguente mancanza di riferimenti, sia valoriali che politici.
In questo contesto il gesto di “Ughetto” assume un significato ancora più profondo e il pregio del libro è proprio quello di farlo cogliere appieno.
Contesto storico
Il volume non si limita alla narrazione e descrizione della terribile giornata del 05/06/1944, ove il piccolo Ugo perdeva la vita, ma approfondisce la situazione dell’Italia e di Roma in quel momento. Infatti, l’autore spiega come la ritirata nazista e la contestuale avanzata dell’esercito americano avevano portato sia un sentimento di speranza e gioia (come descritto nelle prime pagine del libro), ma anche di angoscia, a causa sia della mancanza di punti di riferimento istituzionali, sia di organizzazione all’interno dell’esercito italiano per via dell’armistizio.
La morte di Ughetto
Il sacrificio di “Ughetto” avviene per impedire la distruzione del ponte sull’Aniene, via che sarebbe servita agli americani per inseguire e scacciare definitivamente il male che aveva afflitto l’Italia e il mondo in quegli anni. Descrivendo questo gesto, risultano appropriate le parole di Cipriani: “Ci sono uomini, e Ughetto lo era, a cui la guerra, le privazioni, portano in avanti il calendario dell’età… Questi uomini, quando vengono coinvolti in qualcosa che appartiene al male, non possono fare a meno di combatterlo per gli altri ma anche per se stessi, e per la propria dignità e per il loro avvenire”.
Come si diventa eroi?
Come detto, il libro mette in evidenza un comportamento eroico in contraddizione con l’indottrinamento e le scelte dei c.d. grandi uomini, vertici dello stato fascista.
La scuola educava le giovani menti all’ideologia tramite la diffusione di una cultura militarista, a cui molti si ribellarono. Così la famiglia Forno aveva aiutato il piccolo Ugo a crearsi una corazza contro le dottrine distorte del fascismo: il capitolo “Generosità dei Forno” mette in luce questo aspetto, in particolare descrivendo la figura del padre. Mancava il cibo, la situazione era critica, eppure questa famiglia non si è tirata indietro dall’ospitare militari sbandati a seguito dell’armistizio del ‘43 (proteggendoli dalle ripercussioni naziste).
Indole irrequieta
Nella narrazione si evidenzia come il gesto di Ugo derivi proprio da un insegnamento, o meglio da un esempio, presente nella sua casa. Senza contare la descrizione offerta dell’indole temeraria del giovanissimo, che aveva sfidato il coprifuoco per recuperare del legname, divenuto bene preziosissimo, per riscaldare la famiglia.
L’autore, parlando del carattere di “Ughetto”, riporta il giudizio finale di promozione alla classe III: “dotato di intelligenza vivace e pronta, […] pieno di buona volontà. Un po’ troppo irrequieto, ma buono e generoso”.
I giovani eroi di guerra
Tra i pregi del libro vi è anche quello di ricordare molti altri giovani caduti per liberare l’Italia: se da un lato vengono citati i compagni del piccolo partigiano, dall’altro si parla dei ragazzi caduti in precedenza nella lotta contro il nazifascismo (a tal proposito si legga il capitolo “I giovani e la Resistenza”).
Il tutto è narrato non solo tramite le descrizioni dell’autore (che hanno una forza tale, da permettere di vivere alcune scene come in un film), ma anche grazie a svariate testimonianze degli eventi riportati.
Nel capitolo “Ugo muore combattendo” vengono inoltre citati alcuni articoli del tempo che hanno parlato del sacrificio di Ugo. in ogni caso bisogna anche evidenziare come Cipriani ricordi che “la maledizione della guerra fascista risparmiava poche famiglie”, ad indicare la presenza di vittime ed eroi di guerra in quasi tutti i nuclei famigliari di allora.
Ora ho capito
Il capitolo conclusivo del volume, dal titolo “Ora ho capito”, offre il punto di vista dell’autore sui fatti narrati e sull’importanza degli stessi. Senza voler anticipare nulla, la riflessione finale permette di comprendere la figura di questo giovanissimo eroe italiano. Infatti, Ugo compie un gesto eroico non a causa del suo carattere irrequieto, ma per favorire l’avanzata degli alleati, ponderando le sue azioni con una lucidità che nemmeno certi adulti hanno.
Un libro consigliato, un libro che le nuove generazioni, spesso pigre e prive di valori e motivazioni profonde, dovrebbero leggere, per comprendere che doni immensi siano la vita e la libertà, nonchè per ricordarsi di tutti coloro che questi beni li hanno sacrificati (e li sacrificano) per garantirli all’umanità.
Il volume, edito da Diarkos, può essere acquistato nelle librerie, o contattando la casa editrice, al prezzo di 15 euro. (A.N. per NL)