In tempi non molto lontani, il medico, dotato di competenze generali non specialistiche e di una formazione di stampo “umanistico”, era considerato arbitro assoluto della cura della salute: il paziente si affidava completamente alle sue mani, manifestando gratitudine in caso di guarigione.
Certo è che con il crescere della cultura sociale e di pari passo con le competenze tecniche del medico, il rapporto tra le due figure è andato via via modificandosi, istituzionalizzandosi progressivamente e diventando un rapporto con la struttura sanitaria e con il servizio nazionale. Dalla seconda metà del Novecento, l’evoluzione sociale da un lato e la messa in discussione dei rapporti incentrati sul “potere” dall’altro, hanno favorito il sorgere della conflittualità che poi ha trovato sempre maggior riverbero nella giurisprudenza degli anni seguenti. Il testo in recensione raccoglie numerosi contributi di studiosi e addetti ai lavori della sanità per una riflessione di carattere generale e sistematico sui problemi di determinazione e attribuzione delle responsabilità in ambito sanitario: viene così definito un tavolo di confronto sui modi di approccio, i contenuti e le soluzioni possibili in relazione a un tema di rilevanza sociale, attualità e difficoltà enormi. Vengono considerati i contenuti della conversione in legge del decreto Balduzzi, ma il lavoro, curato da Salvatore Aleo, Raffaella De Matteis e Giuseppe Vecchio, vuole essere uno sforzo più ampio di definizione di carattere generale di un ambito problematico e di ipotesi e prospettive metodologiche di approccio di carattere sistematico. Partendo dal presupposto che il malato e la malattia sono unici, non rappresentabili quindi in termini di grandi numeri, le linee guida della comunità scientifica spesso non sono sufficienti a definire tutti le tipologie delle eventuali responsabilità degli operatori in ambito sanitario. Dal punto di vista tecnico-giuridico c’è da chiedersi come possa ritenersi una colpa “la professione sanitaria dell’esercente che nello svolgimento della propri attività si sia attenuto a linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica”. La peculiarità dell’opera è quella di raggruppare e mettere a confronto saperi, competenze e punti di vista di soggetti che esercitano professioni diverse, nonché studiosi e pratici, in relazione a una linea d’indirizzo che si può sintetizzare nella formula: dalla responsabilità del singolo (medico) alla responsabilità (sociale) sanitaria. Il testo, suddiviso in due volumi, è edito da Cedam (www.cedam.com) ed è in vendita al costo di € 100,00. (V.V. per NL)