Nel processo tributario, disciplinato dal D.lgs. n. 546/1992, vige l’espresso divieto di utilizzo della prova testimoniale e del giuramento; ciò caratterizza questo giudizio per la sua essenzialità scritta e documentale.
L’ordinamento tributario italiano, come ben mette in luce nella prefazione Bartolomeo Quatraro (Presidente del Tribunale di Novara, della Commissione tributaria di Genova e della sezione fallimentare del Tribunale di Milano), da sempre soffre una legislazione scoordinata e poco razionale, spesso non esente da fondati dubbi di incostituzionalità. Si assiste di frequente a una legislazione tributaria tesa a favorire gli enti impositori nella fase procedimentale, mediante l’utilizzo di strumenti accertativi (alias “redditometro”, “studi di settore” e altri sistemi simili) che invertono l’onere della prova, in molti casi iniquamente. In questo sfondo di obiettiva incertezza normativa, si discute in dottrina se le prove previste dall’art. 7 del D.lgs. n. 546/1992, esauriscano tutti i mezzi di prova utilizzabili dal giudice tributario, ovvero se questo possa acquisire la conoscenza sui fatti di causa con altri mezzi istruttori ed in specie indiziari. Il frequente ricorso alla prova indiziaria (o indiretta), in difetto di prova diretta, per riconoscimento giurisprudenziale, si giustifica nel procedimento tributario poiché la prova piena di un fatto il più delle volte sfugge alla prova diretta: diventa allora necessario procedere presuntivamente, da parte degli uffici accertatori, attraverso elementi indiziari che concorrono al raggiungimento della prova per determinare la materia imponibile. La questione genera continuamente problematiche circa l’iniquità dell’utilizzo della prova presuntiva, spesso basata su elementi indiziari privi dei necessari requisiti di gravità, precisione e concordanza, rendendo oggi quanto mai aperto il dibattito in argomento. L’autore Luigi Vassallo, avvocato cassazionista e professore presso l’Università degli Studi di Pavia, suddivide il volume in quattro capitoli: dopo una prima infarinatura sulla natura giuridica della giurisdizione tributaria, si concentra sul principio dell’onere della prova all’interno dei processi tributari, permettendo così al lettore di entrare nel vivo della materia trattata. Nel terzo capitolo Vassallo approfondisce l’istruzione probatoria e i poteri istruttori assegnati alle commissioni tributarie. Chiude infine l’opera un capitolo relativo all’analisi degli elementi indiziari e dell’acquisizione delle prove necessarie all’interno di un processo. Il testo, edito da Giuffrè (www.giuffre.it) è disponibile alla vendita al costo di € 24,00. (V.R. per NL)