Il volume “La prova digitale” tratta, da un punto di vista giuridico e tecnico, le delicate questioni della produzione di prove nel processo civile e penale.
Nei primi capitoli viene presentata la materia dell’informatica forense, nonché la disciplina normativa italiana e sovranazionale. Nel seguito, l’opera entra nel vivo della disciplina processualistica delle prove digitali, presentandone una definizione giuridica puntuale e fornendo al lettore le nozioni informatiche necessarie per comprendere gli argomenti trattati.
Inoltre, risultano curate e utili le schematizzazioni presenti nei vari paragrafi del volume.
Il processo
Il cuore del libro è costituito dai capitoli 3 e 4, rispettivamente dedicati al processo civile e a quello penale.
Entrambi presentano riferimenti a casi pratici, nonché a decisioni giurisprudenziali, con particolare attenzione per le pronunce della Corte di Cassazione.
Per quanto riguarda l’ambito civilistico, risulta interessante il richiamo alla casistica in merito alla produzione di email, sms, messaggi Whatsapp e file audio come prove nel processo. Si offre anche una breve analisi del D.L. 179/2012, convertito in L. 221/2012, in materia di processo civile telematico e deposito telematico, nonché delle regole tecniche per la redazione e trasmissione degli atti contenute nel provvedimento dirigenziale DGSIA del 16/04/2014.
Ambito penale
La sezione dedicata alla disciplina processual penalistica presenta, in primo luogo, l’esame della definizione del concetto di prova digitale. L’autore espone le diverse interpretazioni offerte dal “Scientific Working Group on Digital Evidence (SWGDE)”, dalla “International Organization on Computer Evidence” e da S. Mason nel suo volume “Electronic Evidence: Disclosure, Discovery and Admissibility”.
Sul tema viene anche riportata l’interpretazione di P. Tonini, che differenzia il documento tradizionale da quello informatico sulla base del “metodo di incorporamento”.
La trattazione prosegue con l’analisi dell’acquisizione sia della prova “locale” (con particolare riferimento alle memorie di massa e agli smartphone), sia della prova “on line” (soffermandosi sul “cloud computing”).
Da ultimo si trattano gli argomenti dell’acquisizione delle prove dalle piattaforme social e dai sistemi di instant messaging, e del captatore informatico, software necessario per acquisire informazioni criptate nell’ambito delle indagini.
Standard ISO/IEC 27037:2012
Il cap. 5 offre un esame ulteriormente approfondito della firma digitale e del suo valore legale.
Segue un’analisi dell’ISO/IEC 27037:2012, uno standard tecnico relativo alla sicurezza informatica, con l’obiettivo di “definire le linee guida per l’identificazione, la raccolta, l’acquisizione e la conservazione delle prove digitali”. Viene però sottolineato come l’applicazione sia complessa, in quanto risulta mancante “qualsiasi tipo di riferimento legislativo, giurisprudenziale e a specifici software o hardware”.
Network Forensics e Cliens Prova Digitale
La sezione conclusiva risulta molto interessante, non solo perché presenta riflessioni sul tema dell’acquisizione forense di pagine web, ma anche perché descrive l’utilizzo di un software (Cliens Prova Digitale) che permette agli avvocati di disporre di una navigazione certificata, utile per l’acquisizione di documenti pubblicati online in qualità di prove.
In conclusione il volume fornisce una buona introduzione al tema della prova digitale, fornendo le nozioni tecniche indispensabili a comprendere la materia. Risulta utile sia per coloro che operano già nel settore, ma anche per chi si approccia per la prima volta alla materia, in considerazione del fatto che l’aspetto digitale della professione forense tenderà ad avere sempre maggiore importanza.
L’opera, pubblicata da Giuffrè Francis Lefebvre, è acquistabile nelle librerie o dallo shop online al prezzo di 23 euro. (A.N. per NL)