Scritto dal giornalista Emanuele Ballacci (laureatosi in Editoria multimediale e nuove professioni dell’informazione presso l’Università Sapienza di Roma nel 2012 e attualmente residente a Londra), il testo racconta il duro lavoro dell’inviato di guerra: “Da eroe ad intruso, da scomodo nemico a prezioso alleato”.
Così viene definito dall’autore il professionista in questione, capace di ricoprire una molteplicità di ruoli sempre diversi e problematici. Il testo ne ripercorre le principali fasi storiche: dal calamaio usato da William Russell nel 1853, passando per il telegrafo, la radio e la tv, arrivando fino alla Rete e al web 2.0. Ballacci presenta la nuova era del giornalismo di guerra come “indissolubilmente legata al mondo delle nuove tecnologie: blog, social media, smartphone”. Da esempio sono le primavere arabe in Egitto e Libia, due casi che vengono affrontati nel libro perché considerati emblematici, anche se intrinsechi di interrogativi. Impreziosito da testimonianze sul campo di professionisti appartenenti al settore (firme come Cristiano Tinazzi, Fausto Biloslavo, Mimosa Martini, Giovanni Porzio) in grado di illustrare un possibile futuro del mestiere, sempre alla ricerca di nuove vie di espressione “per scrivere, o twittare, nuove pagine di storia”. Il volume, edito da Prospettiva Editrice (www.prospettivaeditrice.it), è disponibile in libreria al prezzo di euro 12,00. (L.M. per NL)