Il volume “I dati personali dei minori in rete” tratta la tematica della tutela della privacy dei soggetti minori di età che utilizzano il web. Risulta particolarmente interessante la differenziazione che presenta l’autrice dei soggetti c.d. “nativi digitali”, che presentano maggiori profili di rischio in quanto utilizzano la tecnologia come aspetto normale della vita (quale un’estensione del proprio corpo, per cui si parla, a tal proposito, del concetto di “corpo elettronico”), da quelli c.d. “immigrati digitali” (definiti come “coloro che prima della rivoluzione 2.0, pur usufruendo della tecnologia, mantengono ancora una forma mentis legata al passato”).
Best interest of the child
Il libro prosegue analizzando nel dettaglio gli aspetti specifici della disciplina, considerando in particolare il principio del “best interest of the child”.
Specifica protezione dei minori
Nel primo paragrafo del capitolo II, si si descrive come il GDPR (regolamento UE 679/2016) abbia segnato il passaggio da una “tutela formale e astratta dei dati personali verso una tutela reale e concreta”. Da ciò deriva una maggiore attenzione per i minori, i quali, ai sensi del considerando n. 38 del regolamento (riportato dall’autrice quale premessa dell’indagine, vista l’importanza che riveste per l’argomento della pubblicazione) “meritano una specifica protezione relativamente ai loro dati personali, in quanto possono essere meno consapevoli dei rischi, delle conseguenze e delle misure di salvaguardia interessate nonché dei loro diritti in relazione al trattamento dei dati personali”.
I problemi del limite d’età e del consenso informato
Nell’ottica della specifica tutela del minore rientrano la problematica relativa all’età a partire dalla quale è possibile esprimere il consenso e la necessità che quest’ultimo sia dato in maniera informata.
Entrambi gli aspetti presentano una pregevole trattazione critica, che non si accontenta del mero dato normativo, il quale è spesso causa di disomogeneità di trattamento. Indubbiamente, il centro della trattazione del capitolo è l’aspetto legato alla disamina dei criteri entro i quali si possa definire un minore informato, partendo dal presupposto che non sia sufficiente un consenso formale.
Natura dell’atto di manifestazione del consenso
Inoltre, meritevole di attenta lettura, risulta il paragrafo relativo alla natura dell’atto di manifestazione del consenso, in particolare domandandosi se lo stesso abbia natura negoziale o autorizzatoria, con effetti completamente differenti, sia sul piano giuridico che su quello pratico. Anche in questo caso, l’autrice sottolinea la necessità di una tutela rafforzata per i “dati particolari” dei minori, con il conseguente obbligo, per il soggetto che tratta i dati, “di adoperarsi in considerazione delle tecnologie disponibili e in ogni modo ragionevole per accertarsi se, effettivamente, il consenso al trattamento dei dati sia prestato dal genitore”.
Oltre a ciò, vi sarebbe la necessità di attribuire alle “Autorità amministrative indipendenti, poteri di vigilanza e sanzionatori sul rispetto del trattamento”.
Elusione età minima
I capitoli III e IV sono dedicati rispettivamente ai “rischi connessi all’elusione dell’età minima richiesta per accedere al servizio” e alla “tutela parziale dei dati dei minori”. Il primo si concentra sulla necessità di attuare degli specifici mezzi di controllo per appurare l’età del soggetto che aderisce a servizi online (su tutti è riportato l’esempio di whatsapp, che attua un sistema di controllo sul nominativo associato alle sim degli smartphone, che, però, spesso sono intestate ai genitori). Vi è poi una sezione inerente alla responsabilità dei genitori per le azioni dei figli.
Tutela amministrativa e giudiziale
Il secondo capitolo citato si concentra sulla tutela amministrativa e giudiziale della privacy, ma viene evidenziato come il legislatore non abbia stabilito nulla per quanto attiene alla protezione dei diritti specifici dei minori (infatti, il codice della privacy tratta in maniera generica di “interessato”), generando così un vulnus normativo che si auspica verrà integrato con provvedimenti mirati.
I mezzi di tutela, accessibili al minore, sono ricostruiti dall’autrice sulla base dell’interpretazione delle norme ad oggi in vigore.
Conclusioni
Il volume tratta nel proseguo temi attuali, quali il cyberbullismo e il diritto all’oblio del minore, l’uso e abuso dei social network, nonché la necessità che il diritto prenda in esame e disciplini chiaramente le novità in ambito tecnologico. Da ultimo, l’autrice, pur apprezzando alcuni interventi legislativi in ambito nazionale ed europeo (citando in particolare l’art. 8 del GDPR), auspica che verrà presa in maggior considerazione la posizione del minore.
Per via dei temi tecnici trattati, il libro è rivolto ad un pubblico di avvocati e giuristi, in particolare per coloro che si occupano di adeguamento delle norme sulla privacy.
Edita da Giuffrè Francis Lefebvre, la pubblicazione è disponibile nelle librerie oppure è acquistabile dallo shop online al prezzo di 18 euro. (A.N. per NL)