Ne "Employability per persone e imprese – Percorsi di outplacement" Tiziano Treu (professore emerito di Diritto del lavoro presso l’Università Cattolica) offre una lettura capace di scardinare i pregiudizi nei confronti di una delle forme più moderne di politica attiva volta a conciliare l’uscita da un’azienda con la ricerca di nuove opportunità professionali.
L’outplacement – così è definita l’attività effettuata su specifico ed esclusivo incarico dell’organizzazione committente (l’azienda presso cui la persona è assunta e dalla quale sta per essere licenziata o posta in cassa integrazione o in mobilità) e finalizzata alla ricollocazione di lavoratori nel mercato del lavoro – è uno strumento che viene utilizzato in misura ancora limitata in Italia ma con successo in molti Paesi a noi vicini: e sono proprio le esperienze europee, riassunte nel libro di Treu, a dimostrare che se le procedure di licenziamento sono accompagnate da programmi di ricollocamento costruiti intorno alle esigenze di ogni singolo lavoratore (aggiornamenti formativi, consulenza nella ricerca di impieghi alternativi) e gestiti da soggetti accreditati, pubblici o privati, il periodo di disoccupazione si riduce drasticamente. L’Italia sconta una sorta di deficit culturale che imprigiona le scelte in materia lavorativa in una logica di difesa passiva del posto di lavoro, a scapito dello sviluppo dell’employability. Si crea così un circolo vizioso che conduce all’irrigidimento del mercato del lavoro, chiuso a qualsiasi tipo di evoluzione. È invece necessario sposare un sistema di politiche attive del lavoro che da un lato sgravino lo Stato da una funzione assistenzialista, costosa e inefficace, e dall’altro creino opportunità concrete di reinserimento. Edito da Guerini (www.guerini.it), il libro è in vendita ad euro 14,50. (M.L. per NL)