Il testo si presenta come una sinergia dei differenti punti di vista di autorevoli studiosi di relazioni industriali e diritto costituzionale in merito al conflitto collettivo e all’ordinamento costituzionale/sindacale.
Se fin dagli albori della rivoluzione industriale i lavoratori non avessero espresso rivendicazioni nei confronti dei loro datori-sfruttatori (vale a dire se non avessero inventato lo sciopero come strumento di pressione per far valere i loro diritti), non si sarebbe mai giunti alla nascita dell’interesse collettivo, che sta alla base del fenomeno sindacale. È questa la costatazione espressa da Mario Rusciano, Professore Emerito di Diritto del lavoro alla Federico II di Napoli, autore del saggio introduttivo, da cui prende il via l’intero volume. Nelle pagine, tra i contributi di numerosi esperti in materia, si snoda una densa e suggestiva ricostruzione del conflitto e dello sciopero, tra Costituzione e Ordinamento intersindacale: la prospettiva di indagine prende in esame una rinnovata rilettura di temi classici, quali la titolarità del diritto allo sciopero e il ruolo dell’autonomia collettiva. Ampio spazio è dedicato all’unica esperienza legislativa di regolamentazione dello sciopero nel nostro ordinamento democratico, vale a dire la Legge 146 del 1990 e le successive modificazioni, che hanno istituzionalizzato il complesso del conflitto sindacale. La trattazione non trascura poi, come spiega il curatore Giovanni Pino nella Presentazione al volume, uno sguardo attento e preciso sulle esperienze comparate, con la convinzione che in un mondo sempre più global, che elimina le barriere e i confini nazionali, il confronto internazionale sia quanto mai utile e necessario. Il testo, edito da Giuffrè Editore (www.giuffre.it), è in vendita al costo di € 56,00. (V.R. per NL)