Esistono diverse alternative per finanziare un’impresa senza ricorrere agli istituti di credito; alcune, tradizionali e conosciute (come le attività di private equity e venture capital), altre meno note.
Nell’ultimo decennio il sistema economico-finanziario del nostro paese ha vissuto, e sta tuttora attraversando, un periodo di grande discontinuità, causato dalle crisi economiche e finanziarie che hanno contraddistinto la seconda metà degli anni Duemila. In questo contesto, la gran parte delle imprese si sono trovate costrette a dover affrontare un inasprimento del sistema bancario e delle relative condizioni di accesso al credito. Il testo di Anna Gervasoni (Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università Carlo Cattaneo, LIUC) nasce con l’intento di dare risposte e strumenti utili nell’analisi e nella valutazione delle fonti di finanziamento alternative al credito bancario – come l’autrice stessa dichiara nella premessa, l’opera riprende e aggiorna le tematiche già enunciate nel volume Sviluppo d’impresa e mercato finanziario, edito nel 2002 -. Con l’obiettivo di trovare un corretto bilanciamento tra banca e mercato e tra capitale di rischio e capitale di debito, nelle pagine viene presentata un’ampia panoramica dei principali strumenti non bancari che possono essere utilizzati dalle imprese. Prendendo spunto dalla riforma dei minibond, che racchiude l’azione del legislatore italiano negli ultimi tre anni a favore dell’ampliamento delle fonti di finanziamento delle piccole-medie imprese, la prima parte del libro ripercorre gli strumenti lato debito. Sul fronte del capitale di rischio, l’analisi prosegue illustrando il private equity, il venture capital, il crowdfunding e la quotazione. A conclusione, il volume offre uno schema-guida alla redazione del business plan, documento chiave per presentarsi a un operatore finanziario o al mercato. Il testo, edito da Guerini Editore (ww.guerini.it), è in vendita al costo di € 28,00. (V.R. per NL)