Dopo un lunghissimo “braccio di ferro” – così lo chiamano sul web – tra Microsoft e la Commissione Europea, è stata presa dalle parti una decisione fondamentale per l’evoluzione del mercato dei browser.
Si iniziò a parlarne oltre un anno fa, quando la Commissione cominciò a chiedere di modificare le regole del mercato, consapevole del predominio dell’azienda di Redmond, che aveva reso complicatissima la scalata al successo per qualunque altro web browser. Ma dal prossimo primo marzo le regole cambieranno grazie ad un sistema che è stato battezzato “Ballot Screen” (letteralmente, “schermo per lo scrutinio, per la valutazione”). Sostanzialmente accadrà quanto segue: in fase di aggiornamento dei sistemi operativi Windows 7, Windows Vista e Windows XP, apparirà sullo schermo del proprio pc un pop-up che chiederà se si vuole proseguire nell’utilizzo del medesimo browser o, in alternativa, si preferisce continuare scaricando e utilizzandone uno nuovo. Tra questi naturalmente saranno disponibili i più popolari Google Chrome, Apple Safari, Opera, Mozilla Firefox e molti altri. È molto probabile che questa svolta conduca ad aggiornare e modificare sensibilmente la notorietà degli stessi browser, magari anche ribaltando le sorti dei più popolari. Ma dovremo aspettare almeno la fine dell’anno in corso, quando i dati statistici saranno più convincenti, per tirare le somme e capire quale sarà l’effetto di questo accordo. Nel frattempo i big di internet e dell’informatica proseguiranno nella progettazione di caselle e-mail evolute, l’ultimo fronte su cui combattere per il successo nel web. Si tratta di spazi dove l’e-mail tradizionale – è buffo che si parli già di “e-mail tradizionale”, come se fosse qualcosa di datato – rimane una delle tante applicazioni disponibili ed è comunque sempre connessa al resto di internet attraverso social network, negozi online, spazi per l’archiviazione di foto e video personali e via dicendo. Del resto, 247miliardi di e-mail scambiate ogni giorno sono un fenomeno che necessita continuamente di un attento monitoraggio. Anche in Italia, dove l’utilizzo massiccio di e-mail è un fenomeno ancora in forte crescita. (Marco Menoncello per NL)