Sistema sempre più anglosassone per la pratica professionale dei futuri commercialisti che nel corso dell’ultimo biennio di laurea potranno accedere al tirocinio professionale, valido ai fini dell’esame di stato.
La novità era stata introdotta dal Ministero dell’Università e della Ricerca con il D.M. 143/2009, attuata con la Convenzione stipulata nello scorso mese di ottobre con Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili che ha da allora lavorato più che proficuamente per organizzare con alcuni atenei il nuovo percorso teorico-professionale di laureati e laureandi in discipline economiche, regolamentando possibilità di integrare il tirocinio nel corso degli studi universitari, come previsto dal D.Lgs 139/2005 istitutivo dell’Albo unico tra dottori commercialisti e ragionieri. Commercialisti, dunque, precursori dei tempi che – mentre si discute nelle sfilate sui tetti accademici della riforma dell’Università (in stand-by in Parlamento fino a dopo il 14/12/2010 e che probabilmente non sarà mai approvata) – mettono in campo progetti di riorganizzazione della professione immediatamente attuabili, incentivando i giovani e proiettando l’intera categoria verso le nuove sfide di competitività. Nel dettaglio, coloro che siano oggi in possesso della laurea triennale in discipline economiche e contestualmente iscritti a quella specialistica o magistrale, potranno essere ammessi nel registro dei praticanti esperti contabili (sezione B dell’Albo Professionale con due anni di tirocinio previsti) ed iniziare un parallelo percorso di pratica professionale. Terminati gli studi, conguagliando con un ulteriore anno di praticantato, i laureati quinquennali accederanno all’esame per diventare dottore commercialista (sezione A dell’Albo Professionale), disciplina che potrà valere anche per le matricole interessate al progetto. Tra i benefici immediatamente tangibili per chi sceglierà di svolgere la pratica in regime di convenzione, l’esonero (al termine degli ulteriori due anni di studi) dalle prime prove d’esame previste per esperti contabili e, successivamente, per dottori commercialisti. Ovviamente, il regime convenzionale prevede tutta una serie di obblighi per lo studente-tirocinante che si riverberano principalmente sul piano di studi, assolutamente incentrato sulle materie caratterizzanti la formazione di un aspirante commercialista, non essendo tale percorso “innovativo” accedibile per i laureati in materie economiche che abbiano scelto – in considerazione del corso frequentato – una differente offerta formativa. Nello specifico, i requisiti d’accesso al nuovo regime prevedono che lo studente abbia maturato almeno 24 crediti formativi in Economia Aziendale ed ulteriori 15 (cumulativi) nelle materie di Economia e Gestione delle Imprese, Finanza Aziendale, Organizzazione Aziendale, Economia degli Intermediari Finanziari. La verifica del conseguimento dei crediti prescritti sarà disposta al termine della laurea specialistica o magistrale e dovrà risultare da un certificato rilasciato dalla stessa Università. Nel caso in cui lo studente – conseguita la triennale – non riesca a completare il rimanente ciclo di studi in due anni, potrà comunque richiedere la sospensione del tirocinio solo per un biennio. Al fine di dare concreta attuazione a quanto previsto nella convenzione è necessario ora che gli Ordini territoriali dei commercialisti stipulino accordi con le Università recependo il sollecito già formulato dal C.N.D.C.E.C., il cui presidente Claudio Siciliotti accoglie la stipula della Convenzione con il MiUR come “(…) un passaggio estremamente significativo per la categoria in quanto fornisce l’opportunità di abbreviare significativamente la durata dei tempi d’accesso alla professione, con vantaggi evidenti per i giovani. Una soluzione la cui introduzione sollecitammo già in sede di stesura del decreto istitutivo dell’Albo unico e che oggi finalmente si concretizza”. (cfr. www.cndec.it, 14/10/2010). Dal punto di vista degli atenei, i nuovi percorsi formativi messi a punto in accordo con gli Ordini professionali territoriali – che dal canto loro garantiranno lo svolgimento del praticantato negli studi aderenti – sono già fruibili nelle università di Trento, Tuscia (VT), Parthenope (NA), Parma, Modena, Bologna (Alma Mater Studiorum), Ancona. Una vera e propria rivoluzione copernicana nel mondo della cultura e della formazione che avvicinerà concretamente il mondo delle professioni e del lavoro agli studenti universitari, per la cui realizzazione non c’è stato bisogno (per fortuna) di retoriche manifestazioni popolari, né tantomeno di pubbliche declamazioni dell’art. 9 della Costituzione. Finalmente un trionfo del buon senso. (S.C. per NL)