Forse dal prossimo anno ci si potrà collegare (quasi) liberamente alla rete wi-fi del proprio bar preferito e navigare anche col proprio pc, o tablet pc, o perché no, anche smartphone.
L’esigenza di colmare il gap normativo che separa il bel paese dagli altri paesi dell’Unione Europea in tema di accesso alla rete wi-fi nei luoghi pubblici è diventata finalmente oggetto di discussione tra i politici, e l’obiettivo di liberalizzazione della rete senza fili sembra non essere poi così lontano. La grossa limitazione al libero accesso ad internet presente in pubblici esercizi o circoli privati era stata difatti introdotta dal provvedimento d’urgenza recante le “misure urgenti per contrastare il terrorismo internazionale” emanato nel 2005, il c.d. decreto Pisanu. Nata come disciplina protezionistica temporanea che doveva essere rivisitata entro fine dicembre 2007 (e invece prorogata di anno in anno fino ad oggi), tra novembre e dicembre di quest’anno – come ha confermato lo stesso ministro degli Interni Roberto Maroni – potrebbe essere modificata dal Governo al fine di ammorbidirne i contenuti e renderla meno stringente. Pare dunque che siano state accolte le numerose istanze provenienti da un ampio fronte parlamentare che caldeggiava l’abolizione, se non la modifica, della disciplina attualmente in vigore che obbliga gli esercenti di locali pubblici a munirsi di licenza del questore per poter mettere a disposizione del pubblico “apparecchi terminali utilizzabili per le comunicazioni anche telematiche”. L’identificazione – secondo il Ministro Maroni – rimarrebbe, ma potrà avvenire tramite un procedimento di autentificazione via sms: l’utente che desidera accedere alla rete riceverà sul proprio cellulare la password per navigare in internet. Tuttavia non pare essere una grossa novità, in quanto tale meccanismo era già previsto dal decreto Pisanu come alternativa all’esibizione di un documento di identità. Alcuni comuni, sulla scorta di queste novità, si sono già mossi nella direzione di una liberalizzazione della rete avviando fasi di sperimentazione. A Roma, ad esempio, già da tempo era in cantiere un progetto volto alla creazione di una piattaforma internet open source cui potranno beneficiare tutti i gestori di locali, non solo delle pubbliche amministrazioni. Il nome del progetto, di iniziativa pubblica e per il quale sono stati investiti 2,5 milioni, è Free Italia wi-fi e verrà alla luce a fine mese. L’utente avrà così a disposizione una finestra su internet in biblioteche, librerie, ma anche bar e ristoranti. (M.C. per NL)