E’ stata presentata, tra mille polemiche e promesse di sciopero, la lista dei 48 articoli, meglio noti come “pacchetto Bersani”. Tra una protesta dei benzinai e l’altra, circa la volontà del ministro di abolire la licenza, estendendo la possibilità di vendere carburante negli ipermercati o in qualunque luogo ci siano i termini per farlo, si scorge un punto positivo, che molti italiani aspettavano: l’abolizione dei costi di ricarica per i telefoni cellulari, per cui gli operatori avranno a disposizione, da oggi, un mese di tempo per cancellare quest’anomalia tutta italiana. Altro punto che riguarda i cellulari (questa volta una fetta molto ristretta degli utenti) è l’abolizione, anche, del vincolo temporale per cui l’utilizzo del traffico delle schede prepagate ha validità di soli 12 mesi, al di là dei quali viene annullata la ricarica. Inoltre, per quanto concerne la Pubblica Amministrazione, Bersani cerca di promuovere la diffusione delle transazioni elettroniche da destinare agli enti pubblici: si tenterà di attrezzare l’amministrazione dello Stato a ricevere tramite carta di credito e bancomat i pagamenti dei cittadini. Insomma, questi e molti altri articoli di natura differente compongono il “pacchetto Bersani”: è iniziata la fase riformista del governo di centro-sinistra, poco comunista e molto liberal. (L.B. per NL)