Alla fine il 2014 si è chiuso, pubblicitariamente parlando, decisamente meglio di come era partito: la flessione è stata solo dello 0,4%.
Dice Nielsen: merito dell’area digital, che ha controbilanciato i pessimi risultati di alcuni territori disagiati, quali i quotidiani, i periodici (su carta) in generale, il cinema. In realtà, a leggere controluce dati e tendenze, si ha la conferma di quel che da qualche anno si intuiva: il digitale vive e prospera, ma solo in simbiosi coi media tradizionali. Un esempio su tutti: la massima parte dei budget pubblicitari dei grandi player dell’e-commerce, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non è destinata alla promozione dei siti sul web, ma a quella dei portali su tv e radio, veri propulsori della notorietà su internet. Perché, checché se ne dica, l’autorevolezza dei media radio e televisione è sempre una garanzia. Tanto più in un oceano dove molti navigano su una zattera.